Un test missilistico condotto da Israele e Stati Uniti nel Mediterraneo ha fatto salire nuovamente la tensione internazionale sulla Siria, nel giorno in cui l’Onu ha annunciato che il numero dei profughi nel conflitto ha superato la drammatica quota di due milioni.
E’ stata Mosca ad allertare sul lancio dei missili facendo sapere che i suoi radar di Armavir avevano registrato il lancio di due “oggetti” balistici dal Mediterraneo centrale verso le coste orientali, dove si trova la Siria. Si e’ pensato all’avvio di un intervento militare da parte di Francia o Stati Uniti, ma dopo un’ora e un quarto e’ arrivata la soluzione del giallo: Israele ha annunciato di aver effettuato un test missilistico nel Mediterraneo insieme agli Stati Uniti. I media israeliani hanno riferito che il test sarebbe consistito nel lancio di missili Ankor Kahol (lancia blu) da basi nel Mediterraneo e dal centro di Israele. Gli Ankor sono vettori realizzati da Israele per imitare i missili Shahab iraniani nei test del sistema di difesa anti-missile Hetz, gia’ sperimentato nell’Oceano Pacifico. Intanto oggi il segretario di Stato americano, John, Kerry, e il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, eporranno davanti alla Commissione Esteri del Senato per esporre le ragioni per l’intervento contro il regime di Bashar al-Assad. “La complessita’ della situazione siriana, una delle piu’ complesse della storia recente, richiede prudenza”, ha avvertito da Bruxelles, il ministro della Difesa, Mario Mauro, che ha visto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, e l’alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Catherine Ashton. La situazione in Siria e’ sempre piu’ drammtica: l’alto commissariato Onu per i profughi (Unhcr) ha fatto sapere che il numero dei profughi del conflitto siriano ha superato quota due milioni e si e’ decuplicato in appena un anno. “In Siria c’e’ un’emorragia di donne, bambini e uomini che attraversano la frontiera spesso con nient’altro che i vestiti sulle loro spalle”, si legge in una nota dell’agenzia che ricorda come al 3 settembre 2012 i profughi siriani erano 230.671 La guerra ha messo in ginocchio la Siria e lo stesso regime stima che a oggi la ricostruzione costerebbe 73 miliardi di dollari, 55 miliardi di euro. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dal quotidiano governativo Al-Watan secondo il quale sarebbe necessario aprire 10mila cantieri e impiegare 15mila camion.