Dieci immigrati eritrei sono stati tratti in salvo in extremis la scorsa notte dai vigili del fuoco mentre l’appartamento in cui si trovavano, nel centro di Gerusalemme, era in preda alle fiamme in quello che la polizia israeliana ha qualificato come ”un incendio doloso”.

Su un muro vicino qualcuno aveva scritto, in ebraico, un messaggio perentorio: ‘Uscite da questo rione’. Alla stampa gli abitanti hanno poi detto di sentirsi minacciati fisicamente dagli immigrati, che spesso sono privi di lavoro e costretti a vivere di espedienti. Questo episodio va ad aggiungersi ad altri attacchi contro singoli immigrati (o presunti tali) avvenuti nelle ultime settimane in rioni dove la loro presenza e’ piu’ marcata, a Tel Aviv e a Eilat (mar Rosso). Secondo le stime ufficiali in Israele vivono circa 60-70 mila migranti africani, provenienti da Paesi come il Sudan, il Sud Sudan, l’Eritrea, la Costa d’avorio e la Somalia. Il quotidiano Haaretz sostiene oggi che il premier Benyamin Netanyahu ha dato ordine di espellerne nel prossimo futuro almeno 25 mila. Il provvedimento, secondo il giornale, risparmierebbe in questa fase i cittadini del Sudan (Paese formalmente in guerra con Israele) e dell’Eritrea, dove gli adulti fuggiti in Israele sono considerati ”renitenti alla leva” e sono passibili di pene gravi, inclusa la pena capitale. Nel frattempo lungo il confine con l’Egitto gli ingressi di migranti africani proseguono al ritmo di circa 2.000 persone al mese. Israele sta cercando in completare in tempi serrati una barriera che metta fine al fenomeno.

 

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