”Sono convinto che mi fosse infedele”. Con queste parole un ufficiale della polizia penitenziaria israeliano di 42 anni ha confessato oggi l’uccisione della moglie, decapitata nella notte in un apparente raptus di feroce gelosia. L’episodio, riferiscono i media, e’ avvenuto a Beer Sheva, nel sud d’Israele.
A chiamare la polizia era stato lo stesso assassino, affermando che la donna – 37 anni – si era suicidata e che lui aveva provato a fare lo stesso dopo un litigio. Quando gli agenti sono arrivati, non hanno tuttavia trovato traccia dell’uomo, mentre il cadavere della moglie giaceva sul letto con la testa tagliata via di netto. L’omicidio sarebbe stato consumato nella stanza accanto a quella in cui, a quell’ora dormivano, i tre figli della coppia: tutti bambini. L’uxoricida e’ stato poi rintracciato per strada semi-ubriaco, a una certa distanza da casa e nelle immediate vicinanze del carcere in cui fino a ieri prestava servizio. Immediatamente arrestato, l’uomo e’ crollato in mattinata – non appena tornato sobrio – ‘giustificando’ il delitto con la presunta infedelta’ della consorte.