In attesa della convocazione di una conferenza di pace sulla Siria, Ue e Russia si scontrano a distanza sulle forniture di armi. Dopo una maratona negoziale protrattasi nella notte, i ministri degli Esteri dell’Ue non hanno prorogato l’embargo sulle armi ai ribelli, rendendo di fatto possibili le forniture di armamenti all’opposizione. I Ventisette, a partire dalle piu’ interventiste Francia e Gran Bretagna, si sono pero’ impegnati a non inviare armi prima di agosto per dare una chance alla conferenza di Ginevra 2.
Nelle stesse ore la Russia ha confermato la volonta’ di fornire al regime di Damasco dei sofisticati missili terra-aria S-300 come “misura di deterrenza” da un intervento straniero sul suolo siriano. L’annuncio russo ha provocato la risposta di Israele: il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, ha avvertito che “sapra’ cosa fare” se la fornitura andra’ in porto, una frase sibillina che potrebbe lasciar intendere raid dei suoi caccia per distruggere le batterie anti-aeree. La decisione ufficiale della Russia di onorare il contratto da 900 milioni di dollari per la fornitura di sei batterie di missili anti-aerei S-300 alla Siria, rappresenta un deterrente formidabile a qualsiasi intervento militare straniero.