E’ di quattro morti e 40 feriti il bilancio degli scontri scoppiati venerdi’ sera a Bengasi che hanno visto cittadini armati attaccare i miliziani salafiti e le milizie islamiche filo-governative.

Le violenze sono iniziate dopo la marcia di 30mila persone per la Giornata del salvataggio di Bengasi, una protesta contro la presenza di milizie armate in citta’ e per onorare l’ambasciatore Usa in Libia, Chris Stevens, ucciso la settimana scorsa. Una parte dei manifestanti ha assaltato in centro alla caserma di Ansar al-Sharia, la milizia salafita responsabile dell’attacco al consolato Usa in cui mori’ l’ambasciatore americano e, dopo aver cacciato i miliziani, ha dato fuoco all’edificio. Poi la folla si e’ diretta fuori citta’ alla sede di Raf Allah al-Sahati, una milizia islamica di ex ribelli ora sotto il controllo del ministero della Difesa e ne sono nati combattimenti di due ore con razzi e armi leggere. Negli scontri, conclusisi con la fuga dei miliziani e il saccheggio della loro sede, ci sono stati quattro morti. La manifestazione, sostenuta dal governo, aveva l’obiettivo di denunciare l’estremismo e la violenza e incoraggiare lo scioglimento dei gruppi armati che si sono rifiutati di consegnare le armi.

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