Il ministro indiano degli Esteri Salman Khurshid ha detto oggi che l’India “accetterà il verdetto” del tribunale ad hoc sul caso dei marò, ma che potrebbe anche “presentare ricorso alla Corte Suprema” nel caso in cui sia respinta la giurisdizione indiana. E’ quanto ha sostenuto in un’intervista nel programma Devil’s Advocate andato in onda stasera sul canale privato Cnn-Ibn.

Pressato dalle domande dell’intervistatore Karan Thapar, il capo della diplomazia indiana ha aggiunto che “la legge farà il suo corso e che deve essere la giustizia a decidere”. Khurshid è poi tornato sulla polemica delle “garanzie” sulla pena di morte richieste da Roma per il rientro di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone precisando di aver dato “soltanto chiarimenti” sull’applicabilità della pena capitale, e non delle “assicurazioni”. A proposito invece dell’ “inganno” riferito dal sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, con il quale gli indiani avrebbero costretto la petroliera Lexie a entrare nelle acque territoriali, ha spiegato di non essere al corrente. “Questo non è mai stato riferito dall’Italia davanti alla Corte Suprema” e il mio governo “non ne è a conoscenza”. Khurshid ha poi ammesso che “sia l’Italia che l’India hanno fatto un buon lavoro” e che “così è come due governi responsabili devono agire”.

 

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