Un giovane prigioniero palestinese detenuto in Israele è morto ieri nella prigione di Megiddo. Il decesso di Arafat Jaradat, 30 anni e padre di due figli, è avvenuto dopo un “malessere”, secondo l’intelligence israeliana, mentre il ministero palestinese per gli Affari dei prigionieri accusa le autorità israeliane di essere direttamente responsabile della sua morte.
Il prigioniero non era uno dei quattro palestinesi da tempo in sciopero della fame – protesta che ha scatenato forti manifestazioni di solidarietà in questi giorni -, ma la sua morte rischia di infiammare una situazione già tesa. Jaradat era stato arrestato ad inizio settimana dopo incidenti nei pressi della colonia ebraica di Kiryat Arba, vicino Hebron. Dopo l’annuncio della sua morte, scontri sono scoppiati ieri sera tra palestinesi e le forze di sicurezza israeliane nel sud della Cisgiordania. La polizia israeliana ha aperto un’inchiesta sulle circostanze della morte, che secondo le autoritè di Israele sembra essere stata dovuta ad una crisi cardiaca sopraggiunta dopo pranzo. Versione contestata dal ministro palestinese per gli Affari dei prigionieri Issa Qaraqe, secondo il quale “il giovane è stato ucciso durante un interrogatorio” e che chiede “la creazione di una commissione internazionale per indagare sulle circostanze della sua morte”.