Le rivelazioni sui conti esteri di alcuni politici francesi sono l’inizio di ‘Offshoreleaks’, che fonti giornalistiche francesi definiscono “uno scandalo fiscale planetario” che coinvolge personaggi di vertice in tutto il mondo, compresa l’Italia. Sono oltre 100.000 in 170 Paesi le persone coinvolte nell’inchiesta dell’Icij sulle società offshore.

Il database contiene informazioni su più di 120.000 aziende, e ‘pesa’ 260 gigabyte, una quantità superiore di 162 volte alla massa di dati pubblicati da Wikileaks per il ‘Cablegate’. E sono 200 i nomi di italiani finiti nel database sui paradisi fiscali realizzata dall’Icij in collaborazione con 38 testate mondiali. Tra questi, scrive l’Espresso che è media partner dell’iniziativa, anche “Gaetano Terrin, all’epoca commercialista dello studio Tremonti, Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom, i commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini, che hanno incarichi professionali nei più importanti gruppi italiani”.

Le Monde, in edicola, rivela che Jean-Marc Augier, uomo d’affari nel mondo dell’editoria e tesoriere di Francois Hollande durante la campagna elettorale dell’anno scorso, è azionista di due società offshore alle isole Cayman. “Molte delle grandi banche – incluse Ubs, Clariden” (Credit Suisse) “e Deutsche Bank – hanno lavorato aggressivamente per fornire ai propri clienti compagnie coperte dal segreto alle Virgin Islands e altri paradisi fiscali”. Lo si legge nelle prime indicazioni del rapporto del consorzio investigativo ICIJ. “Funzionari governativi e loro familiari e associati in Azerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada, Mongolia e altri Paesi si sono uniti per l’uso di compagnie private e account bancari”.

Lo si legge nel rapporto Icij sui paradisi fiscali. “I super-ricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri beni guadagnando vantaggi fiscali nell’anonimato non disponibile per la gente comune”, prosegue il testo. I segreti dei paradisi fiscali sono stati svelati da un’inchiesta dell’ International Consortium of Investigative Journalists (Icij) di Washington, venuto in possesso di oltre 2,5 milioni di files che rivelano i conti segreti e le transazioni nascoste nei ‘forzieri’ dei grandi ricchi del mondo. All’inchiesta, secondo lo Icij, hanno partecipato 86 giornalisti di tutto il mondo. Tra i detentori dei conti, 4mila americani, ma anche oligarchi russi, uomini d’affari orientali e politici di tutto il mondo.

“Ci saranno conseguenze” per i paradisi fiscali “che accettano o nascondono” i proventi dell’evasione fiscale, che “ogni anno nella Ue arriva a 1.000 miliardi l’anno”. Lo ha detto il portavoce della Commissione, Olivier Bailly, commentando le anticipazioni dello ‘Offshoreleaks’ rivelato dallo Icij. Bruxelles, ha ricordato Bailly, ha “una posizione molto ferma” contro le frodi fiscali e “a dicembre ha presentato ai 27 un pacchetto di trenta misure” ma “é ancora in attesa di risposta dagli stati”.

Ci sono la moglie del primo vicepremier Igor Shuvalov, come pure alcuni top manager di importanti appaltatori militari e di holding statali come Gazprom, nella schiera dei russi con interessi nei paradisi fiscali offshore, secondo quanto rivela l’inchiesta dell’Icij di Washington. La consorte di Shuvalov, Olga Shuvalova, ha respinto l’ipotesi di presunte irregolarità nei suoi interessi offshore. Nel mirino dell’inchiesta, tra gli altri, anche due top manager del colosso del gas Gazprom.

 

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