Morire da ‘narcas’, come in Messico chiamano le donne che lavorano o sono coinvolte nei cartelli della droga. E’ accaduto a Maria Susana Flores, 22 anni, ‘Miss Sinaloa 2012’, uccisa all’alba di sabato, mentre era al fianco del fidanzato, un killer che, con altri compagni, ha ingaggiato uno scontro a fuoco con i militari in una localtà dello Stato di Sinaloa, nel nord del Paese, e dove la ragazza era molto popolare.
A sparare per primi a colpi di kalashnikov sono stati i narcos, forse una cellula del ‘Cartello di Sinaloa’, il più potente del Messico, quando la pattuglia dell’esercito si stava avvicinando alla casa dove si trovavano. Oltre a lei sono morti il fidanzato, un suo compagno e due soldati. A confermare per primo la morte di Susana Flores è stato l’organismo che ha organizzato il concorso su Facebook (“Riposa in pace, Susy”). Secondo il quotidiano ‘El Debate’ la veglia funebre dei suoi resti è in corso a Guamuchil, dove un gran numero di militari identifica chi voglia entrare e dove, ieri, gruppi musicali si sono avvicinati al posto suonando a lungo. Susana Flores, studentessa universitaria in comunicazioni, lo scorso marzo era stata eletta Miss Turismo Orientale, tanto che aveva rappresentato il Messico in Asia per il relativo titolo. Secondo i media sono oltre 200.000 le donne in qualche modo legate ai narcocartelli messicani. Oltre 10.000 delle quali, per l’agenzia antidroga Usa, già in carcere. Per questo la morte di ‘Miss Sinaloa 2012’ ha già riportato sui media il dibattito secondo cui non poche di esse sono più crudeli degli uomini. E in cui emerge, tra l’altro, che sono varie le reginette di bellezza che hanno fatto la fine di Susana o che, arrestate, hanno detto di non aver nulla a che fare con la droga, ma di essere incappate con i boss “per amore”.