Il regime di Assad ha usato le armi chimiche nell’attacco ad Homs alla vigilia di Natale. E’ la durissima accusa del capo della polizia militare siriana, maggior generale Abdulaziz Jassim al-Shalal, che ha disertato ed é passato con i ribelli. Ne dà notizia il Times che riprende un video postato sul sito di Al Arabiya.
Parlando dal confine con la Turchia, il generale ha affermato di aver abbandonato il regime perché esso “ha deviato dalla sua missione fondamentale di proteggere la nazione”, trasformandosi in una cricca di assassini. Quanto alla sua accusa di aver usato armi chimiche, proprio la vigilia di Natale alcuni oppositori hanno denunciato l’utilizzo di “gas velenoso” da parte del regime ad Homs. Se confermata, la notizia rappresenterebbe uno spartiacque. La comunità internazionale, Stati Uniti e Nato in testa, hanno da tempo avvertito il regime siriano che l’uso di armi chimiche non sarebbe tollerato e aprirebbe la strada ad un intervento militare per proteggere la popolazione.
Sale ancora il bilancio odierno del conflitto in Siria: i morti sono 100, tra i quali 27 bambini e 13 donne. Lo riferiscono i comitati locali anti-regime. La situazione più drammatica nella provincia di Raqqa, nord, con 30 vittime, almeno 29 nel massacro di al-Qahtania. Altri 20 morti a Idlib, 16 a Damasco e nei suoi sobborghi, 9 ad Aleppo, 7 a Hama, 7 a Homs, 7 a Lattakia, 3 a Daraa e 1 a Dayr az Zor.
Sono oltre 45 mila, di cui 30 mila civili, i morti dei 21 mesi di violenze in Siria. Il bilancio arriva dall’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh) secondo il quale sono almeno 31.544 i civili morti dal 15 marzo 2011, anche se tra questi ci sono anche coloro che hanno preso le armi, passando nelle fila dei ribelli, contro il regime di Bashar al Assad. Il numero di soldati uccisi è invece di 11.217, riferisce la stessa fonte stimando in 1.511 i disertori.