La Lega Araba chiude con il regime di Damasco e si schiera apertamente con l’opposizione siriana, chiedendo contemporaneamente l’invio di una forza Onu per il mantenimento della pace. L’organizzazione “aprirà dei canali di comunicazione con l’opposizione siriana cui fornirà tutte le forme di sostegno politico e materiale”,
si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione dei ministri degli Esteri svoltasi al Cairo. In sostanza la Lega araba mette fine alla missione degli osservatori in Siria e chiede alle Nazioni Unite di “prendere una decisione per formare delle forze di mantenimento delle pace arabo-Onu per controllare e mantenere il cessate il fuoco”. Tutto questo auspicando la sospensione di tutte le forme di cooperazione diplomatica il governo del presidente Bashar Al Assad e riaffermando la necessità di sanzioni economiche. Le violenze contro i civili, si legge nel documento, violano la legalità internazionale e “i responsabili meritano di essere puniti”. Prima della diffusione del comunicato, si era dimesso, per motivi non specificati, il capo degli osservatori della Lega araba, il generale sudanese Mohammed al Dabi, sostituito nel giro di qualche ora dall’ex ministro giordano degli Esteri, Abdul Ilah al-Khatib. Damasco ha respinto “categoricamente” le decisioni presedalla Lega Araba che, si legge in una nota diffusa dall’ambasciata siriana al Cairo, non fanno altro che riflettere “l’isteria” di alcuni Paesi arabi e “la falsificazione della volontà araba collettiva” da parte degli Stati capeggiati da Arabia Saudita e Qatar. L’ambasciatore Youssef Ahmed, che non ha partecipato alla riunione, ha poi affermato che “l’egemonia” di questi due Paesi rappresenta “una violazione flagrante della carta della Lega e un atto ostile diretto contro la stabilità della Siria”. L’appello del Pontefice. Da Papa Ratzinger è arrivato “un pressante appello a porre fine alla violenza e allo spargimento di sangue” in Siria. “Invito tutti e anzitutto le autorità politiche in Siria – ha scandito Benedetto XVI dopo la preghiera dell’Angelus – a privilegiare la via del dialogo, della riconciliazione e dell’impegno per la pace”. Secondo il Pontefice, “è urgente rispondere alle legittime aspirazioni delle diverse componenti della Nazione, come pure agli auspici della comunità internazionale, preoccupata del bene comune dell’intera società e della Regione”.