La Serbia e’ sotto choc per la strage di Velika Ivanca, il villaggio poco a sud di Belgrado dove un uomo, per motivi ancora ignoti, ha ucciso con una pistola in rapida sequenza 13 persone, tutti familiari o parenti, prima di tentare il suicidio con un colpo alla testa.

L’omicida, un veterano della guerra serbo-croata del 1991-1995, lavorava come operaio in una ditta slovena ma era disoccupato da un anno. Il killer e’ ricoverato in gravi condizioni insieme alla moglie in un ospedale di Belgrado, e secondo i medici lo stato della donna, vittima anch’essa della furia omicida, nelle ultime ore e’ leggermente migliorato, mentre l’uomo si e’ ulteriormente aggravato. Per domani e’ stato proclamato il lutto nazionale in tutta la Serbia. Ljubisa Bogdanovic (60 anni), passando rapidamente da una casa all’altra alla periferia del villaggio, ha freddato nel sonno con l’arma che deteneva legalmente sei donne, sei uomini e un bambino di due anni. Come ha detto il capo della polizia Milorad Veljovic, dodici persone sono morte sul colpo, un’altra e’ deceduta poco dopo in ospedale. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, la mattanza e’ avvenuta in poco tempo intorno alle 5 del mattino. Bogdanovic – che nel 1991 combatte’ contro i croati nella regione della Slavonia, nell’est della Croazia – ha ucciso per primo il figlio 42enne, poi la madre, ha quindi ferito gravemente la moglie, prima di continuare a seminare morte nella case vicine, sembra cinque, che erano aperte come si usa nei villaggi di campagna della zona. Secondo quanto riferito dalla tv, la moglie, subito dopo l’uccisione del figlio e della madre, ha subito chiamato la polizia. Ma mentre era al telefono il marito le ha sparato due colpi alla testa e al collo. La polizia, sentiti gli spari dal telefono, ha immediatamente allertato le pattuglie piu’ vicine, giunte sul posto di li’ a poco. L’uomo, che nel frattempo aveva compiuto la strage casa per casa e che avrebbe continuato probabilmente a uccidere, alla vista degli agenti si e’ sparato alla testa. Tutti i vicini di casa e i residenti di Velika Ivanca, piccola localita’ di 1.800 abitanti a una trentina di km a sud di Belgrado, sono rimasti sconvolti dal dramma, sostenendo che Bogdanovic non aveva mai rivelato segni di squilibrio, depressione o altro. Il pluriomicida, che oltre al figlio ucciso ha altre due figlie, e’ stato descritto come una persona pacifica, gentile e non conflittuale. Secondo i media, il padre e lo zio si sarebbero in passato suicidati. Resta il mistero sul suo gesto folle, che per uno psichiatra dell’ospedale militare di Belgrado, citato dalla tv, potrebbe ricollegarsi alla cosiddetta ‘sindrome vietnamita’ che, a suo avviso, colpisce i veterani di guerra anche fino a trent’anni dopo il conflitto. Quella di oggi e’ stata la strage piu’ grave e raccapricciante registratasi nella Serbia indipendente post-jugoslava. Nel 2002 un uomo uccise sette persone a Leskovac (sud), nel 2005 una famiglia di sei persone fu sterminata a Horgos (nord), nel 2007 a Jabukovac (ovest) un uomo uccise nove persone.

 

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