Una giovane donna si e’ immolata ieri nella Cina occidentale, portando a 74 il numero di questi atti estremi dal 2009. Secondo Organizzazioni che si battono per i diritti dei tibetani, Tenzin Dolma, di 23 anni, residente nel villaggio di Tsenmo Goge della contea di Rebgong (Tongren in cinese) nella provincia occidentale del Qinghai, si e’ immolata intorno a mezzogiorno nei pressi di un tempio, urlando slogan per il Tibet libero e per il ritorno del Dalai Lama.
La donna e’ morta sul colpo e si e’ data fuoco nell’area che ha visto piu’ immolazioni tra le 12 avvenute dal quattro di novembre, in concomitanza con il diciottesimo congresso del partito comunista cinese che ha eletto i vertici del partito e del Paese. Poche ore prima del sacrificio di Dolma, un ragazzo, Khambum Gyal di 18 anni (Karpongya di 14, secondo la Nuova Cina) si e’ dato fuoco ed e’ morto nella stessa contea di Rebgong/Tongren dinanzi al monastero di Rongwo. A seguito di questa immolazione, l’area di Tongren e’ tagliata fuori sia dal punto di vista viario che di comunicazioni, con migliaia di agenti e paramilitari che controllano ogni tipo di accesso e di comunicazione. Alla vigilia del congresso, lo scorso sette novembre, cinque persone si sono immolate, nel giorno peggiore da quando questa forma di protesta ha avuto inizio dal febbraio 2009, e questo mese sta per diventare uno dei piu’ cruenti. Dall’inizio di quest’anno, sono gia’ 60 le immolazioni avvenute per la causa tibetana.