Il presidente tunisino Moncef Marzuki, ieri in visita a Strasburgo, ha annullato al propria partecipazione al vertice dell’Organizzazione Islamica in programma oggi al Cairo e rientrerà immediatamente nel Paese, dopo l’omicidio del leader dell’opposizione Chokri Belaid. Marzuki ha condannato un omicidio “odioso”,
chiedendo di mantenere la calma; il premier Hamadi Jebali da parte sua ha definito l’assassinio “un atto terroristico contro il Paese”:“Il popolo tunisino non è abituato a questo genere di eventi, è uno sviluppo grave: il nostro dovere in quanto governo e in quanto popolo è di dar prova di equilibrio e di non cadere nella trappola di un criminale che vuole seminare il disordine”, ha concluso Jebali. Nonostante gli appelli alla calma un migliaio di persone si è radunato per protestare davanti alla sede del Ministero degli Interni: i manifestanti hanno intonato l’inno nazionale e scandito slogan contro il partito islamico al potere, Ennahda, accusato dal fratello di Belaid di essere il mandante dell’omicidio. Belaid – freddato a colpi di pistola mentre usciva dalla sua abitazione a Tunisi – guidava il partito dei Patrioti Democratici, che di recente era entrato a far parte di una coalizione di opposizione denominata Fronte Popolare. Negli ultimi mesi le violenze di matrice politica nel Paese si sono moltiplicate: numerosi partiti di opposizione e sindacati hanno accusato le milizie filo-islamiche di aver organizzato disordini o attacchi contro gli oppositori o le sedi dei loro uffici.