L’Europa scende a compromessi, ancora una volta, con David Cameron e sblocca il vertice sull’occupazione giovanile che si era invece arenato di nuovo sul bilancio europeo 2014-2020: Londra difendeva il suo sconto (‘rebaté), messo in discussione da Parigi per una interpretazione diversa della nuova Politica agricola comune che ha rivisto i fondi dello sviluppo agricolo.
Una volta accontentato, Cameron ha ritirato la minaccia di veto e il vertice ha potuto approvare il nuovo piano per l’occupazione giovanile che si arricchisce anche di almeno due miliardi in più sui sei già stanziati. Soddisfatto il premier Enrico Letta, “sia per la parte sulla lotta alla disoccupazione giovanile che quella sul bilancio”. Soddisfatta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, perché “ora possiamo pianificare” gli interventi per la crescita. Si è decisa la “riapplicazione delle decisioni di febbraio sul bilancio” e cioé quello che chiedeva Cameron, ha detto Letta, lasciando il vertice. “A febbraio avevamo raggiunto l’accordo che non sarebbero state cambiate le basi di calcolo”, ha ricordato la Merkel lasciando capire che la Ue ha dato a Cameron quello che gli era dovuto. Il vertice sull’occupazione porta quindi a casa i risultati previsti: l’anticipo al 2014-2015 dei sei miliardi destinati alla ‘garanzia dei giovani’, che grazie alla flessibilità prevista dall’accordo raggiunto in extremis tra Parlamento e Consiglio sul bilancio, potranno diventare almeno otto dal 2015 in poi. C’é poi il piano di sostegno alle imprese: “La Bei giocherà un ruolo fondamentale nel finanziamento di progetti che altrimenti resterebbero senza credito”, ha detto il presidente della Commissione Ue José Barroso, e anche Letta ha assicurato che la Bei “funziona e funzionerà” come strumento per i credito alle pmi. La Merkel però lascia intendere che è ancora da discutere il ruolo della Banca europea d’investimenti sul sostegno all’occupazione giovanile.