Accolto festosissimamente e con affetto in piazza, il Papa è apparso sereno anche se un po’ affaticato e non ha fatto alcun accenno alle cronache recenti e dolorose. Per la prima volta dal 2006, il posto in prima fila sulla papamobile, accanto all’autista, non era occupato da Paolo Gabriele,

detenuto a pochi metri dall’emiciclo berniniano, nella cella di sicurezza del palazzo del Tribunale. Nel pomeriggio invece l’Osservatore romano, ricordando i 35 anni dell’elezione episcopale di Joseph Ratzinger che cadono lunedì, ha significativamente stralciato una frase di un discorso del 2001 in cui l’allora cardinale spiegava che il vescovo deve essere uomo di pace ma non può venire a patti con la corruzione. Piccoli segni, da un universo criptico di suo, e arroccato in questi giorni nello “stupore e sconcerto” per l’arresto di quello che se colpevole sarebbe un ladro dentro le stanze del Papa. Un ladro con non si sa quali intenzioni e che fino a qualche giorno fa era considerato buon cristiano. Il fatto è gravissimo, e ovviamente turba l’opinione pubblica e i fedeli. Di stupore e sconcerto ha parlato il direttore della sala stampa padre Federico Lombardi, che ha espresso anche la speranza che la famiglia del maggiordomo, “amata” in Vaticano, possa “superare questa prova”. Nel suo editoriale per Octava Dies, inoltre, padre Lombardi ha rilanciato il discorso che Benedetto XVI ha fatto lunedì scorso ai cardinali sul fatto che é importante avere amici di fronte alle prove della vita e che lui si sente sicuro tra i cardinali suoi amici. Padre Lombardi ha aggiunto di suo che nella lotta contro il male, anche quello nascosto e insidioso, bisogna scegliere da che parte stare. Se poco è filtrato sugli stati d’animo e sentimenti, notevole invece lo sforzo informativo circa l’inchiesta. Appena chiusa l’ “istruttoria sommaria” il Vaticano ha confermato il nome dell’arrestato e fornito una serie di chiarimenti: l’ “istruttoria formale” è ora nelle mani del giudice istruttore Piero Antonio Bonnet e proseguirà fino a quando avrà acquisito un quadro preciso, verso il proscioglimento o il rinvio a giudizio. Il detenuto ha già incontrato i due avvocati di sua fiducia che ha nominato per la difesa. E’ confermato che gli indizi sono pesantissimi: nella sua casa, in territorio vaticano, sono stati trovati “documenti riservati” del cui “possesso illecito” Gabriele è accusato. L’indagine si svolge a tutto campo, non si escludono altre complicità e nessuna pista. Se il Vaticano parla poco, opera però molto, con in prima fila la Gendarmeria guidata dal comandante Domenico Giani. Viene tenuta al corrente dell’indagine penale contro Gabriele anche la commissione dei tre cardinali, Herranz, De Giorgi e Tomko, incaricata lo scorso aprile dal Papa di coordinare l’inchiesta a in tutti gli organismi della curia romana, per stanare i responsabili della fuga di documenti, verificatasi a partire da gennaio. P

 

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