Nell’agenda ufficiale della prossima settimana all’Eliseo, il nome di Angela Merkel non compare ma in serata l’incontro di cui si parlava da qualche ora a Parigi è stato confermato da Berlino. Una cenetta “tete-a-tete” mercoledì sera con Francois Hollande proprio alla vigilia del vertice di Bruxelles, per ammorbidire le rispettive posizioni e allontanare i fantasmi di una rottura. Anche se, dicono le fonti ben informate, “le posizioni restano distanti” e il vertice si preannuncia difficile.

L’idea di mettersi farsi una chiacchierata a quattr’occhi, magari davanti a un piatto di foie gras, era trapelata al G20 di Los Cabos, prima del vertice di Roma. I timidi progressi del summit a quattro organizzato dal premier Mario Monti, sul quale hanno tuttavia pesato posizioni tuttora inconciliabili e l’inflessibilità della cancelliera, avrebbero consigliato a Hollande di prendere l’iniziativa e invitare la signora Merkel. “Reciprocità dei rischi”, questo il piatto forte del menù della cena all’Eliseo, anche se è probabile che i due leader parleranno davvero dell’intera agenda del Consiglio europeo di giovedì e venerdì e senza l’assillo di dover rendere conto di risultati immediati. Sarà una riedizione – con interpreti meno “complici” rispetto al passato – della coppia forte, del duopolio che guida l’Europa e decide per tutti? Mancano conferme al momento, ma è certo che Berlino e Parigi rappresentano oggi le prime due economie dell’eurozona ma, a differenza del passato, non marciano nella stessa direzione. In Francia, i sostenitori di Hollande non si nascondono le difficoltà dell’impresa di convincere la cancelliera a favorire la crescita con misure concrete che allentino la morsa del rigore. I critici del presidente, invece, parlano di una Germania “incredula e furiosa” con Parigi. Anche in questa ottica, la cena di mercoledì sera potrebbe avere una sua logica. Hollande, che lunedì mattina incontrerà il presidente della BCE, Mario Draghi, pensa ormai concretamente all’introduzione “via via che si farà l’integrazione” dello strumento degli eurobond, un progetto al quale la Merkel – ostile prima di una maggiore integrazione ad ogni forma di mutualizzazione del debito – si oppone senza mezzi termini. Sì al principio della “solidarietà” per la cancelliera, ma “controllo” assoluto su quanto sborsato dal contribuente tedesco. Puntare tutto sulla crescita, come fa Hollande, pronto eventualmente anche a combattere sul piano interno la battaglia dell’abbandono di sovranità su alcuni temi (un tema che stride all’orecchio dei francesi più di qualunque altro). A patto però, che si vedano “elementi di solidarietà” concreti, ha insistito. Per la Merkel, invece, né l’Efsf, il Fondo di stabilità finanziaria, né l’Esm, il meccanismo di stabilità europeo, devono essere usati per rifinanziare direttamente le banche in difficoltà. La Merkel chiede riforme, ieri se Italia e Spagna hanno mostrato di essere pronte ad assumersene il fardello, Hollande è apparso il meno disponibile. In vista del Consiglio europeo di venerdì, i timidi segnali intravisti ieri a Roma potrebbero trovare qualche sviluppo nella cena a due all’Eliseo. Hollande, invitando in privato l’ospite più scomodo, ha scelto di giocare a carte scoperte con lei, provando a convincerla e rischiando al tempo stesso di rendere incolmabili le distanze.

 

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