Si è svolto oggi, davanti al gip Isabella Iaselli, l’interrogatorio di garanzia di Giuseppe Iannini, il maresciallo dei carabinieri da ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di rivelazione di segreto di ufficio per aver consegnato atti di indagini riservate all’ex sottosegretario ed ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino. L’interrogatorio è durato circa sei ore. A quanto si è appreso, il sottufficiale – in servizio fino al 2013 al Nucleo investigativo di Castello di Cisterna (Napoli) – avrebbe ammesso di aver consegnato all’esponente politico (sotto processo per presunte collusioni con il clan dei Casalesi) la pen drive sulla quale sono stati rinvenuti atti giudiziari, all’epoca dei fatti coperti da segreto, riguardanti in particolare le attività del clan Puca e i presunti legami con l’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, anch’egli del Pdl. Il carabiniere avrebbe escluso di aver dato a Cosentino anche il verbale, risultato fasullo, relativo alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Tommaso Prestieri. Quanto ai motivi, Iannini avrebbe sostenuto di aver consegnato di sua iniziativa il materiale in quanto intendeva dare una mano a Casentino che era finito nei guai con la giustizia, precisando che simpatizzava per la sua parte politica. Ieri in procura a Napoli si era svolto un confronto tra Cosentino e Giovanni Cristiano, ex consulente dei magistrati casertani per la trascrizione delle intercettazioni, che aveva presentato Iannini all’esponente politico. Nel corso del confronto, Cosentino avrebbe ammesso di aver ricevuto gli atti da Iannini, circostanza negata in precedenti interrogatori. Intanto i pm della Dda di Napoli Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio, titolari dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, stanno esaminando insieme con gli investigatori – i carabinieri del Comando provinciale di Caserta – i documenti sequestrati ieri in un’abitazione di Orta di Atella nella disponibilità di Iannini: una sorta di archivio costituito da atti di inchieste giudiziarie e da un carteggio in cui vi sarebbero anche riferimenti a esponenti delle istituzioni. Tra le carte trovate nell’appartamento anche alcune relative a inchieste su appalti nel settore sanità in Campania.

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