I fratelli Rafael e Tony Badre, quest’ultimo reo confesso dell’omicidio del piccolo Giuseppe Dorice, ucciso a 7 anni, a colpi di bastone la mattina del 27 gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli, erano soliti comunicare via whatsapp. “Tony mi fai schifo. È venuta l’ambulanza… tu sei un animale, devi essere rinchiuso e devono buttare le chiavi… ti taglierei la testa…”. Questo sarebbe il messaggio mandato Rafael al fratello dopo l’orrore avvenuto quella tragica mattina in cui il piccolo Giuseppe è morto. La conversazione, ritenuta di notevole interesse investigativo, è stata estrapolata dal telefono cellulare dell’imputato dal perito nominato dalla Procura, l’ingegnere Carmine Testa, che oggi ha testimoniato al processo in cui sono imputati Tony e la compagna Valentina Casa, madre della piccola vittima. I due sono sotto processo a Napoli, rispettivamente, per omicidio, tentato omicidio e maltrattamenti, e per comportamento omissivo. Il messaggio risale a quella tragica mattina e sarebbe stato inoltrato dopo l’omicidio. Tony non era a casa e il fratello si mette in comunicazione con lui via chat. Eloquente anche il messaggio inviato poco prima: “Tony che hai combinato, hai fatto un altro guaio… stronzo”. In altri messaggi, inviati in periodi antecedenti al giorno dell’omicidio, emerge che Tony soleva usare la violenza per punire i bambini e anche la sua compagna. Ma quei messaggi non sono i soli contenuti ritenuti rilevanti a livello investigativo dal pm della Procura di Napoli Nord Sozio. Sono state estrapolate dalla memoria del telefono cellulare anche delle foto in cui si vedrebbero sui bambini i segni delle percosse. Depositati anche dei video, cinque per la precisione, pure questi ritenuti decisamente eloquenti. In due di questi, Tony riprende e schernisce il piccolo Giuseppe: “Come è bellillo ‘o ricchione…”, dice in quello girato il 29 ottobre 2018. Nell’altro, che risale al 18 ottobre 2019, un anno dopo, Giuseppe ha un giocattolo tra le mani: “il bambino sembra terrorizzato – dice il consulente della Procura – è tremante, mentre Tony lo ammonisce dicendo ‘Che stai facendo… muoviti… muovitì, ma il bimbo rimane paralizzato”. Una ricostruzione dei fatti che fa emergere un contesto agghiacciante vissuto dal piccolo Giuseppe Dorice. Intanto la presidente La Posta della Terza Corte di Assise di Napoli ha fissato per il 19 febbraio 2020 la prossima udienza.