Sono state sospese la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Quasimodo e le maestre del piccolo Giuseppe, il bambino ucciso di botte dal patrigno a Cardito. Il provvedimento, per la dirigente, arriva per «non essere intervenuta a tutela del bambino» e «non aver dato seguito a segnalazioni effettuate da qualche maestra». Ritenute colpevoli di negligenza le maestre. «Riteniamo sacrosanta la sospensione della dirigente scolastica e delle maestre della scuola frequentata dal piccolo Giuseppe. Il procedimento a loro carico per omessa denuncia servirà a chiarire la loro posizione sotto il profilo penale ma, per il momento, è giusto che il Miur abbia irrogato delle sanzioni di carattere disciplinare. Nonostante le tumefazioni che il bambino presentava al momento dell’arrivo a scuola non hanno mai edotto i servizi sociali del problema, stendendo un velo di omertà che è assolutamente inaccettabile per un insegnante o per un dirigente scolastico» afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «Chi si occupa dell’educazione dei bambini non può lavarsi le mani dei maltrattamenti che questi possono subire in famiglia, a maggior ragione se lividi e tumefazioni sono ben visibili. Speriamo vivamente che la vicenda processuale circa la morte del piccolo Giuseppe si concluda con un preciso accertamento delle responsabilità sia di chi lo ha materialmente ammazzato sia di chi ha preferito voltarsi dall’altra parte».

 

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