BOSCOTRECASE – “Le parole dei medici registrate nelle intercettazioni relative al caso della morte della piccola Antonia sono sconvolgenti. Sconcertanti”. E’ quanto afferma all’Adnkronos Salute l’avvocato Michele Riggi, che tutela i genitori della piccola deceduta a novembre del 2010, poco dopo la nascita, all’ospedale civile di Boscotrecase (Napoli).

Un caso che ha gia’ fatto molto discutere e che ha portato al fermo del primario del reparto di ginecologia dell’ospedale di Boscotrecase e di un’ostetrica che opera nella stessa struttura. I due operatori hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Un terzo indagato, un ginecologo dello stesso ospedale di Boscotrecase, ha ricevuto la misura del divieto di dimora. L’indagine e’ nata a seguito della denuncia del padre della piccola, che dopo la morte della neonata aveva “lamentato l’imperizia e la negligenza del personale medico che aveva assistito al parto della moglie”. “Un’inchiesta – spiega l’avvocato Riggi – che inizialmente si stava mettendo bene per gli imputati”. Al momento della chiusura delle indagini c’e’ stato pero’ il colpo di scena. “Uno dei camici bianchi accusati di omicidio colposo, che al momento della falsificazione e sostituzione della cartella clinica aveva effettuato una registrazione ambientale con il proprio telefonino, ha infatti deciso di consegnare quanto registrato al pubblico ministero”. Una registrazione, diffusa sul sito del ‘Corriere della Sera’, che sembra mettere con le ‘spalle al muro’ i medici dell’ospedale.

 

«Resto basito, sconcertato e disgustato nell’ascoltare quanto emerge da alcune intercettazioni presenti nel video sul portale del “Corriere della Sera” relativo al decesso della piccola Antonia, la neonata morta pochi giorni dopo il parto nell’Ospedale di Boscotrecase. Al di là di quelli che saranno gli inevitabili risvolti giudiziari, di mera competenza della Magistratura, credo che il linguaggio utilizzato da alcuni dipendenti del nosocomio in questione vada immediatamente condannato con l’allontanamento fisico degli stessi da luoghi di lavoro dove oltre alla competenza dovrebbe emergere una qualità essenziale, che è quella del rispetto della vita umana». Così il Consigliere regionale del Gruppo Federato Caldoro Presidente, Giuseppe Maisto, commentando il video apparso oggi in rete dove emergono alcuni tratti agghiaccianti, anche in merito agli epiteti utilizzati a proposito della giovanissima vittima. «Sono certo che il Direttore Generale dell’Asl Napoli 3 – aggiunge il consigliere regionale – è già certamente intervenuto per identificare chi è coinvolto in questa triste vicenda per allontanarli fisicamente da quel luogo di lavoro poiché, utilizzando appunto quel linguaggio, non possono che definirsi indegni di svolgere quella delicata professione. Qualora non lo avesse fatto, per ridare dignità ai tanti lavoratori che ogni giorno svolgono con onestà e coerenza il loro compito, auspico che lo faccia immediatamente. Sarà poi la Magistratura, com’è giusto che sia – conclude Maisto – a fare completa luce e giustizia».

Il link all’inchiesta http://www.corriere.it/inchieste/malasanita-morte-piccola-antonia-provincia-napoli-/631942b0-cfe7-11e1-85ae-0ea2d62d9e6c.shtml

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