Beni per quasi 3,4 milioni di euro sono stati sequestrati ad Antonio Esposito, 51 anni, ritenuto il “cassiere” del clan Cesarano, sodalizio operante tra Castellammare di Stabia e i comuni limitrofi. Tra le proprietà finite sotto chiave un’impresa, quattro unità immobiliari e appezzamenti di terreno. A eseguire il provvedimento, emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, che hanno posto i sigilli ai beni tra Castellammare di Stabia, Pompei, Boscoreale e Nocera Inferiore (Salerno). A Esposito, noto anche come “Billy”, vengono ricondotti un’impresa individuale con sede a Castellammare di Stabia (con un volume d’affari annuo di 200mila euro), quattro unità abitative (valore stimato totale 1,85 milioni), un solarium allestito nella sua abitazione, 19 appezzamenti di terreno per complessivi 26.000 metri quadrati (valore di poco superiore al milione), tre esercizi commerciali e svariati rapporti bancari. L’esecuzione della misura di prevenzione (personale e patrimoniale) si fonda sui fatti emersi nel corso delle numerose indagini – molte delle quali giunte fino alla sentenza di condanna – e nelle quali è stato appurato l’inserimento di Esposito nel clan Cesarano. Dagli atti giudiziari, in particolare, è emerso che Esposito aveva il compito di sovraintendere agli interessi del clan nel settore del commercio dei fiori. Diversi collaboratori di giustizia lo hanno indicato come il “cassiere” del clan: a lui infatti – secondo quanto emerso nel corso degli anni – venivano consegnati i proventi delle attività illecite e a lui spettava la consegna degli “stipendi” agli affiliati, il pagamento degli avvocati e la cura della contabilità dell’organizzazione criminale.

 

 

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