E’ il 20 agosto scorso quando Guglielmo Manna, funzionario dell’ospedale Santobono di Napoli in cerca di una nomina da direttore generale di un’Asl campana, si sfoga con l’avvocato Gianfranco Brancaccio nell’auto di quest’ultimo. I due sono intercettati dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Roma. Manna è deluso perché a distanza di due settimane dall’incontro avuto in Regione con Nello Mastursi, capo della segreteria del governatore campano Vincenzo De Luca, non ha ricevuto novità sulla sua nomina. Di seguito la trascrizione del colloquio. Brancaccio: “Io penso che ci debba essere un altro incontro con quello”. Manna: “Con quello sicuramente ma anche con più in alto. però a carte scoperte. E dire Nello…. Brancaccio: “Eh… Manna: “…ma fammi capire a che gioco stiamo giocando!” Brancaccio: “Esatto!” Manna: “Io ho dato e non ho ricevuto! Adesso c’è la seconda partita mia, e ho capito, ma prima della seconda volta io voglio vedere il piatto coperto sennò mi alzo, vi saluto e ognuno per la sua strada e non penso che ci rifondo più io di lui”. In un altro passaggio Manna, rivolgendosi sempre a Brancaccio dice: “Io mi rendo conto, però non è che Mastursi l’altra volta si è sbilanciato moltissimo. Deve dire, deve vedere, ho capito.. Ma che hanno capito qua, non stiamo facendo beneficenza. Perché con tutto l’affetto capisco tutti ma se lo vedo (Giuseppe Vetrano, ndr) Peppi’ tu hai portato parlare me, guagliù ma qua a che gioco volete giocare. Perché io sono stato un signore, la prima volta ho fatto il signore, ho controprestazionato il 17 luglio, e voi niente. Noi gli abbiamo dato una cosa enorme a questo. E non abbiamo, non abbiamo avuto niente in cambio”. Per gli inquirenti il riferimento di Manna alla prestazione effettuata è una chiara allusione alla sentenza del 17 luglio favorevole a De Luca.