NAPOLI – “Per il tramite degli avvocati Luigi Pezzullo e Roberto Guida”, l’ex capitano della Nazionale, Fabio Cannavaro rappresenta “tutto il suo disappunto per il fatto che, in maniera reiterata, alcuni quotidiani abbiano pubblicato notizie relative alle dichiarazioni da lui rese

quale persona informata sui fatti nel procedimento penale pendente, fra gli altri, a carico del sig. Marco Iorio, dando, altresì, diffusione ai contenuti delle conversazioni telefoniche intervenute fra i due nel mentre erano in atto le attività di captazione disposte dalla Procura della Repubblica di Napoli”. L’imprenditore della ristorazione Marco Iorio, cui fa riferimento la nota, fu arrestato nei mesi scorsi perché ritenuto promotore di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro della camorra. Dai verbali delle dichiarazioni rese dal calciatore lo scorso luglio ai pm Sergio Amato ed Enrica Parascandalo emerge che Cannavaro avrebbe acconsentito alla richiesta dell’amico Iorio di intestarsi il 25 per cento delle quote di una società. “Pur nella consapevolezza che l’iniziativa assunta dai singoli quotidiani rientri nell’esigenza di garantire ai lettori una puntuale informazione sui fatti di cronaca più rilevanti – sostiene il comunicato diffuso oggi dai legali di Cannavaro – va segnalato che la pubblicazione di tali notizie, oltre a costituire l’ennesima violazione della disciplina contenuta nell’art. 114 c.p.p. sul divieto di pubblicazione degli atti di indagine, è potenzialmente idonea a ledere l’immagine ed il decoro personale e professionale di Fabio Cannavaro che, rispetto a tali vicende, è ed è sempre rimasto estraneo. Sembra quasi ultroneo precisare, infatti, che egli, nel procedimento penale in relazione al quale sono state rese le dichiarazioni ed eseguite le intercettazioni telefoniche, non ha mai assunto la qualità di persona sottoposta alle indagini”. “D’altro canto – si afferma – quelle intercettate e pedissequamente apparse sui quotidiani sono conversazioni che Fabio Cannavaro intratteneva con un amico, cui, all’epoca, riconosceva delle brillanti capacità imprenditoriali, ignorando i fatti oggetto delle indagini svolte dalla Procura della Repubblica. Ciò posto, nello stigmatizzare il comportamento assunto da alcune testate giornalistiche, ci si augura che in futuro le stesse si astengano dal pubblicare circostanze emerse dall’attività investigativa svolta, su cui – come già accennato – ancora vige il divieto di pubblicazione ex art. 114 c.p.p., nonostante, stando a quanto pubblicizzato dai media, nel procedimento penale in parola le indagini preliminari si siano concluse. Si segnala che, qualora l’invito rivolto dovesse rimanere disatteso, Fabio Cannavaro si riserva di adire le competenti azioni giudiziarie al fine di tutelare i propri diritti e la propria immagine”, conclude la nota.

 

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