Quattro condanne all’ergastolo e due a trent’anni di reclusione sono state emesse oggi dal Gup del Tribunale di Napoli Dario Gallo nei confronti di sei persone, ritenute coinvolte nell’omicidio di Salvatore D’Alpino, detto “‘o brillante”, appartenente al cartello criminale “Sibillo, Giuliano, Brunetti, Amirante” di Napoli, nemico dei cosiddetti Capelloni di Gennaro Buonerba. D’Alpino venne ucciso in un agguato scattato tra i passanti, il 30 luglio del 2015, all’esterno di una pizzeria di piazza Mancini, a Napoli. Nel raid rimase ferita anche un’altra persona, Sebastiano Caldarelli, 37 anni. Il raid venne ripreso dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza. Il giudice ha accolto le richieste dei sostituti procuratori della Repubblica di Napoli John Henry Woodcock, Enrica Parascandolo e Francesco De Falco. Gli ergastoli sono stati inflitti a Antonio Amoroso, al boss Gennaro Buonerba, a Luigi Criscuolo e a Salvatore Manzio. Trent’anni di reclusione, invece, per Assunta Buonerba e Luigi Scafaro. Pene variabili sono stati invece inflitte a persone ritenute appartenenti a entrambi i clan. Quindici anni di carcere sono stati inflitti a Salvatore Sequino, ritenuto all’epoca dell’omonima famiglia camorristica della Sanità, alleata con i Buonerba contro le famiglie Sibillo, Giuliano, Brunetti e Amirante di Forcella, quelle che gli inquirenti definirono “La paranza dei bimbi”, acerrimi nemici dei Buonerba per il controllo dello spaccio e delle estorsioni a Forcella e nelle zone limitrofe.

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