Rinvio a giudizio per corruzione. Questa la decisione del gup di Napoli, Amalia Primavera, nei confronti del leader del Pdl Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi. Berlusconi dovra’ comparire davanti alla quinta sezione penale del tribunale di Napoli, dove il processo si aprira l’11 febbraio prossimo.
Con l’ex premier, a giudizio finisce Valter Lavitola, anch’egli accusato di aver svolto un ruolo nella corruzione – iniziata, secondo i pm, nel 2006 – dell’ex senatore Sergio De Gregorio affinche’ lasciasse l’Idv per passare al Pdl e provocare, successivamente, la caduta del governo Prodi nel 2008. L’indagine si fonda sulle dichiarazioni rese lo scorso anno da Lavitola ed ha avuto un’accelerazione decisiva con le ricostruzioni fornite dallo stesso De Gregorio, il quale confesso’ ai pm di Napoli di aver accettato un “patto scellerato”. De Gregorio oggi e’ stato condannato alla pena – patteggiata – di un anno e 8 mesi di reclusione. “Nessuna dazione di soldi”, e’ stata la replica della difesa di Berlusconi alla notizia del rinvio a giudizio: una decisione, quella del gup di Napoli, che gli avvocati Niccolo’ Ghedini e Michele Cerabona definiscono “davvero straordinaria; solo pochi mesi or sono – rilevano i difensori dell’ex premier – lo stesso ufficio gip, con diverso giudice, aveva stabilito la improcedibilita’ del richiesto giudizio immediato rilevando insussistente l’ipotesi corruttiva. Oggi sugli stessi elementi viene fissato il giudizio”. La notizia del rinvio a giudizio dell’ex premier scatena anche la polemica politica: “Milano chiama, Napoli risponde. L’accerchiamento giudiziario sul presidente Berlusconi continua, senza esclusione di colpi”, afferma Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato. “E’ l’ennesimo episodio – dichiara il deputato Pdl Raffaele Fitto – dell’accanimento giudiziario nei confronti del leader del centrodestra italiano, eletto da milioni di cittadini, da parte di alcuni settori della magistratura che ormai condizionano l’attivita’ parlamentare sovvertendo le regole democratiche e la volonta’ degli elettori”. Secondo Daniela Santanche’ (Pdl), “il rinvio a giudizio e’ una non notizia, semmai e’ un’altra certezza dell’accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi”.