Il governo Prodi, che si reggeva già su un equilibrio assai precario, cadde non per effetto di una compravendita di senatori ma per la decisione dell’allora ministro Mastella di uscire dalla maggioranza, dopo essere incappato in una inchiesta giudiziaria. E il passaggio di parlamentari da un campo all’altro non si è certo manifestato per la prima volta in quella circostanza ma si tratta di un fenomeno che ha caratterizzato l’intera vita della cosiddetta seconda repubblica. Questo, in estrema sintesi, hanno ribadito gli ex ministri Altero Matteoli e Roberto Castelli, rispettivamente capigruppo a Palazzo Madama di An e Lega Nord tra il 2006 e il 2008, che hanno deposto oggi in qualità di testimoni indicati dalla difesa al processo, davanti alla prima sezione del Tribunale di Napoli, per la presunta compravendita di senatori che vede imputati per corruzione l’ex premier Silvio Berlusconi e dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. I due esponenti del centrodestra hanno risposto alle domande dei legali di Berlusconi, avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini, del difensore di Forza Italia, avvocato Bruno Larosa, e dei pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock.oni per passare allo schieramento avversario e contribuire alla caduta del governo Prodi (nell’ambito di quella che è stata definita ”Operazione Libertà”), Matteoli ha affermato che De Gregorio, eletto nelle liste dell’Idv, sin dall’inizio della legislatura, ”si avvicinò immediatamente ai gruppi del centrodestra”. ”Per De Gregorio era un ritorno a casa”, ha sottolineato. Ha ricordato inoltre che questa situazione si palesò quando questi si fece eleggere alla presidenza della Commissione Difesa contro la candidata indicata dalla maggioranza. Quanto ai tentativi di far cadere Prodi, l’ex ministro, che ha escluso di essere a conoscenza di casi di compravendita, ha spiegato: ”Ne parlavamo tutti i giorni con Berlusconi, era un obiettivo fisso”. Ha evidenziato come la maggioranza in Senato dovesse ricorrere costantemente ai voti dei senatori a vita (”facevano loro la differenza”) e si è poi soffermato sulle accuse di compravendita rivolte al centrodestra che Anna Finocchiaro, capogruppo Pd, fece in aula. ”C’era molto nervosismo – ha detto Matteoli – Cercava di trovare giustificazioni accusando noi di fatti che non esistevano”. ”La caduta del governo Prodi – ha aggiunto – fu determinata dalla vicenda di ordine giudiziario in cui fu coinvolto Mastella”. Ha poi ricordato che negli ultimi anni sono circa 200 i parlamentari che hanno cambiato campo: ”Nella prima repubblica il cambio di casacca era un fatto eccezionale”. Castelli ha definito un ”colpo di mano” la presidenza della Commissione Difesa a De Gregorio, e anch’egli, escludendo casi di compravendita, ha messo l’accento sul fatto che l’esecutivo capeggiato da Prodi cadde per la posizione assunta dall’allora ministro della Giustizia Mastella. ”Ho visto centinaia di parlamentari cambiare casacca. Quando nel ’98 cadde Prodi nacque addirittura un partito nuovo in Parlamento (l’Udeur, ha poi chiarito, ndr), ”Il cambio di casacca non ha mai destato troppe sorprese”, ha aggiunto definendo tuttavia come ”malcostume” tale fenomeno. ”Il governo era sempre sul filo del rasoio, stava in piedi grazie alla presenza costante in aula di alcuni senatori. Ricordo quelle indispensabili di Colombo, Ciampi e Levi Montalcini

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