Le loro dichiarazioni dei redditi dell’ultimo decennio erano “irrisorie” ma in realtà grazie all’attività criminale avevano costituito “un ingente patrimonio finanziario e immobiliare”. Proprio partendo da questo dato la Guardia di finanza di Firenze ha sequestrato beni per circa 6 milioni di euro riferibili a Vincenzo Saetta, 44 anni, Marco Saetta, 37 anni, e Salvatore Cocige, 49 anni. La misura di prevenzione patrimoniale antimafia è stata emessa dal tribunale di Lucca su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo.

Nei confronti dei fratelli Saetta è stata emessa anche un’ordinanza di sorveglianza speciale e obbligo di firma. Tra i beni sequestrati, oltre a 10 immobili a Napoli, sono stati sequestrati anche 11 immobili di pregio a Lucca e in Versilia, 4 attività commerciali tra le quali un autosalone, 20 autovetture e 17 conti correnti. L’indagine condotta dai militari del Gico del Nucleo di polizia tributaria della Gdf è una prosecuzione dell’operazione ‘Fulmine’ che già nei mesi scorsi aveva portato allo smantellamento delle attività criminali della cosca in Toscana. Vincenzo Saetta, tra l’altro, da tempo si trova ai domiciliari a Napoli dopo essere stato condannato a 16 anni. “Dove c’è più ricchezza la criminalità organizzata cerca di investire ­ ha detto Creazzo ­ e anche la crisi indubbiamente favorisce le infiltrazioni di camorra, mafia e ndrangheta”. Per questo, secondo il procuratore di Firenze, l’operazione di oggi è “significativa in quanto la criminalità teme molto di più la confisca dei beni accumulati grazie alla loro attività. E’ indispensabile ­ ha concluso ­ che si faccia sempre di più nelle misure di prevenzione anche in Toscana, che non deve essere e non sarà in questo settore il fanalino di coda”.

 

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