“La maestra Franca è distrutta per quanto avvenuto e intende dimostrare di aver fatto tutto il possibile per il piccolo Giuseppe”. Michele Emiliano, avvocato della maestra Franca Cennamo, è intervenuto per chiarire la posizione della sua assistita nella tragica vicenda che ha visto come epilogo la morte del bimbo di 7 anni una domenica dello scorso gennaio in quel di Cardito. È stato ucciso a suon di botte dal patrigno mentre si trovavano in casa con la sorellina che fortunatamente si è salvata dopo le cure ricevute al Santobono. Per il piccolo Giuseppe invece non c’è stato nulla da fare.

Il bimbo frequentava l’Istituto comprensivo “S. Quasimodo” di Crispano, comune di cui l’avvocato Emiliano è sindaco Prevenendo i dubbi su possibili commistioni tra le due attività Emiliano ha precisato che “i due ruoli sono completamente distinti”. Oltre all’indagine della Procura anche il Miur ha avviato una procedura disposta dal ministro Bussetti con l’invio di ispettori nella scuola. Sono seguiti così provvedimenti gravi: sospensione dal servizio per due maestre, Franca e Emanuela, e la dirigente d’Istituto, Rosa Esca. Sospensione che inevitabilmente ha macchiato il loro lavoro e l’efficienza della scuola. Non rientreranno a settembre dietro le loro cattedre.

Ma il sindaco-avvocato Emiliano ha voluto chiarire i risvolti che tale vicenda ha comportato e gli elementi fondamentali rinvenuti. “Nel provvedimento di sospensione, l’Ufficio scolastico menziona il clamore mediatico che ha indotto tale decisione, ma oltre al richiamo accademico delle normative non sono indicate delle vere e proprie motivazioni o inadempienze attribuibili alla mia assistita”. La linea difensiva infatti si basa sulle dichiarazioni della maestra Franca sulla sua estraneità ai fatti. “La maestra ha posto in essere tutti gli adempimenti necessari per segnalare la situazione. Ha manifestato all’Ufficio scolastico la sua diligenza ed è disposta ad essere ascoltata da un magistrato. Vuole dimostrare che ha riferito in dirigenza quanto visto. Ci sono testimoni che possono confermarlo”. Il difensore spiega che le maestre sono state ascoltate dalla Procura solo come persone informate sui fatti ma non sono mai state indagate. “Ricorreremo al Giudice del lavoro per dimostrare attraverso documenti e testimonianze che la maestra Franca ha ottemperato ai suoi doveri deontologici. Non esiste obbligo normativo che impone alle insegnanti di mettere per iscritto la segnalazione, ma di riferire ad un superiore gerarchico quanto constatato e questo è stato fatto. La maestra si è attivata e ha fatto il suo dovere”. Tornando indietro nei mesi l’avvocato ha ricostruito anche che “gli episodi si sono verificati quando il bimbo non era affidato alle cure dirette della maestra Franca e ciò nonostante la stessa notando delle anomalie le aveva comunicate”.

Emiliano infine aggiunge: “L’intenzione della docente è che sia fatta luce sul caso. La maestra ha subito attacchi e sta male, era molto affezionata a Giuseppe e la tragicità della vicenda l’ha colpita in prima persona. Il dramma più grande è che il piccolo non c’è più, ma la scuola è diventato il mostro da accusare. L’insegnante Franca ritiene che dal punto professionale e umano ha fatto tutto il possibile”. Sconforto inesauribile per il tragico episodio dai contorni ancora da definire. “Siamo in attesa dell’udienza e delle decisioni del magistrato del lavoro”.

Valentina Piermalese

 

 

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