Sei ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questa mattina a Torino, Roma e Napoli, dai carabinieri della Compagnia di Torino Mirafiori , in collaborazione con i colleghi territorialmente competenti su richiesta della procura torinese nei confronti di 6 persone, 5 in carcere e uno in stato di libertà, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, rapina aggravata e sequestro di persona. Il provvedimento scaturisce da un’attività info-investigativa, condotta da agosto a novembre dello scorso anno che ha consentito di individuare i responsabili di 5 rapine commesse, da aprile ad agosto ai danni di altrettanti istituti di credito della provincia di Torino. Le indagini hanno avuto inizio alla fine dello scorso agosto a seguito di una rapina particolarmente violenta compiuta nel capoluogo piemontese quando la banda aveva malmenato un cliente che cercava di dare l’allarme alle forze dell’ordine e poi, sotto la minaccia di un coltello, aveva sequestrato la direttrice della filiale e una ventina di clienti, chiudendoli in uno stanzino da cui si sono liberati dopo oltre mezz’ora spaccando la porta con un estintore.A portare i carabinieri sulle tracce della banda, durante il colpo di fine agosto, era stata la collaborazione di alcuni passanti che avevano notato modello e targa di una delle auto usate per la fuga. L’arresto del commando era avvenuto dopo alcune settimane e poche ore prima del matrimonio della figlia dal capo della banda. In quell’occasione insieme al padre della sposa erano stati arrestati cinque parenti residenti nel napoletano e nel torinese. Come modus operandi utilizzavano una scheda telefonica ad hoc per realizzare la singola rapina, noleggiavano le auto per commettere i colpi, utilizzavano placche simili a quelle in uso alle forze di polizia per entrare negli istituti di credito. Una volta in banca, sotto la minaccia di un coltello, sequestravano le persone presenti e attendevano l’apertura temporizzata della cassaforte. Le rapine realizzate hanno fruttato oltre 300mila euro. Il gruppo è composto da persone residenti in provincia di Napoli che a Torino usufruivano dell’appoggio logistico di parenti e conoscenti del luogo. Da Napoli a Torino, in treno o in aereo, viaggiavano sempre separati per evitare di essere collegati l’uno con l’altro.