Sono scesi in piazza, davanti alla sede del Comune di Napoli per chiedere al sindaco di liberare il loro doposcuola dall’assedio di una discarica che, giorno dopo giorno, sta rendendo impossibile lo svolgimento delle attività. Una protesta, come tante altre viste sotto la sede del Municipio, se non fosse per il fatto che il doposcuola è stato allestito in una delle Vele di Scampia e, pur del tutto abusivo, ha sopperito fino ad oggi, tra mille difficoltà e senza nessun aiuto istituzionale, alla mancanza di strutture extrascolastiche per i minori a rischio di uno dei quartieri di periferia più degradati d’Europa. ”Finora abbiamo fatto da soli – racconta Davide Cerullo, fondatore del doposcuola Centro Insieme – ma ora la convivenza con quel mostro non è più possibile”.

Il mostro è un’enorme discarica di sacchetti, copertoni, carcasse d’auto materiale di risulta che, sotto mezzo metro di acqua piovana impantanata, ha invaso i cortili del fatiscente palazzone a pochi metri dalle aule allestite di tutto punto per ospitare i bambini ma dove l’aria è resa irrespirabile dalla puzza. ”Ogni giorno accogliamo più di 40 bambini tra i 7 ed i 14 anni tutti con situazioni familiari problematiche – spiega Cerullo – e quando qualcuno di loro si assenta lo andiamo a cercare a casa o per il quartiere”. Doposcuola abusivo, come detto, con acqua e energia elettrica intercettate a monte dei contatori ma ciò nonostante il Centro Insieme è un punto di riferimento per le scuole di Scampia.”Ci confrontiamo continuamente con le dirigenti delle scuole elementari e medie del quartiere – racconta Cerullo che i bambini, riconoscendolo come capo lo chiamano ‘Zio’ come si fa con i boss di camorra – che apprezzano il nostro lavoro e con i quali concordiamo anche si come seguire in maniere particolare qualche ragazzo”. Una missione apprezzabile quanto oscura, almeno fino ad oggi quando è stata portata alla ribalta con la manifestazione davanti al Comune cui hanno partecipato anche i bambini.”Ora che la discarica ci ha costretti a uscire allo scoperto speriamo di non essere danneggiati”.

Si mostra preoccupato Cerullo che dopo un’adolescenza difficile con droga e galera, andato al nord per allontanarsi dal quartiere, ha scoperto un talento da scrittore ed è rientrato con la famiglia a Scampia per condividere con i bambini la sua rivalsa. ”Solo qui, dentro la Vela, riusciamo ad intercettare tanti bambini. Conosco questa gente ed i loro traffici, non la biasimo per quello che fa, ci sono passato, ma è difficile parlare di legalità con chi ha la pancia vuota. La camorra va combattuta ma prima ancora va convertita anche con la solidarietà. Finora – racconta Cerullo – ne abbiamo avuta tanta dal nord mentre le istituzioni si sono mostrate tiepide. Ora è il loro turno. La discarica va subito rimossa ed al suo posto – è il sogno di Cerullo per i suoi bambini – vorremmo uno spazio verde allestito. Sarebbe un bel modo di cominciare la conversione”.

 

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