NAPOLI – Il gip di Roma Stefano Aprile ha disposto l’imputazione coatta nei confronti del giornalista di ‘Repubblica’ Francesco Viviano, del direttore del quotidiano, Ezio Mauro e dello scrittore Roberto Saviano per diffamazione nei confronti di Umberto Marconi, ex presidente della Corte d’Appello di Salerno e oggi consigliere della Corte d’Appello di Napoli.
La vicenda risale al 2010 ed è relativa all’inchiesta sul dossier preparato, secondo l’accusa, dall’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino per screditare Stefano Caldoro e ottenere al suo posto la candidatura a presidente della Regione Campania. Il gip ha ravvisato gli estremi del reato di diffamazione in due articoli a firma di Viviano e Saviano pubblicati il 16 e il 17 luglio del 2010; il 16 luglio, in particolare, il sommario del titolo di apertura di prima pagina recitava: ‘Nell’ufficio di un magistrato fabbricato il dossier anti-Caldorò.
Il pm Erminio Amelio aveva invece chiesto l’archiviazione. Il gip sottolinea innanzitutto che nell’inchiesta sul dossier “il dottor Marconi all’epoca della pubblicazione non era indagato e conserverà tale qualità fino alla fine, non venendo neppure sottoposto a procedimento disciplinare o para-disciplinare dal Csm: il trasferimento da Salerno a Napoli è avvenuto su sua domanda”.
La decisione di chiedere il trasferimento, che costituiva un notevole passo indietro nella carriera, venne presa da Marconi “dopo la pubblicazione degli articoli, il cui contenuto aveva destato una violenta campagna di stampa nei suoi confronti infarcita di illazioni e ingiustificate aggressioni, anche per tutelare l’ufficio giudiziario da lui diretto”. Secondo la ricostruzione fatta dal giudice, gli articoli si basavano su “atti coperti da segreto istruttorio poiché relativi a procedimento ancora nella fase delle indagini preliminari”, in particolare alcune intercettazioni telefoniche segnalate dai carabinieri alla Procura di Roma perché ne fosse valutata la portata. Tra le conversazioni intercettate ve n’erano alcune tra Marconi e persone coinvolte nell’inchiesta.
Per il gip, “gli articoli in questione, e segnatamente quello di Viviano, cui è stato apposto un titolo clamoroso e dal punto di vista mediatico devastante, hanno unicamente valorizzato un passaggio delle considerazioni investigative, peraltro esposte a livello di semplice ipotesi dagli stessi carabinieri di Roma, riportando stralci d’intercettazione telefonica che riguardano il dott. Umberto Marconi dal contenuto francamente insignificante se rapportato all’affermata opera di ‘regista’ dell’operazione di dossieraggio ai danni di Stefano Caldoro”.