Riparte domani davanti a un nuovo collegio giudicante della Commissione Tributaria di Napoli, il processo per evasione fiscale a carico di Dirgo Maradona. Il processo inizia daccapo perche’ uno dei giudici del precedente collegio era il padre di un avvocato di Equitalia e quindi incompatibile nelle controversie di tale societa’.
Il contenzioso fiscale nei confronti dell’ex campione argentino , vede Maradona, accusato di evasione e condannato a pagare 38 milioni di euro dal Fisco italiano. Il legale di Maradona, l’avvocato Angelo Pisani, esperto in contenzioso della riscossione e professore di processo tributario all’Universita’ Partenopee di Napoli, sostiene di essere in grado di dimostrare l’infondatezza delle richieste del Fisco che poggiano ”su una sequela impressionante di anomalie e irregolarita’ commesse negli anni dalle varie societa’ di riscossione poi fusesi in Equitalia Sud”. Il Prof. Pisani definisce Maradona ”oramai testimonial e chiaro esempio per la quantita’ dell’addebito, colpito dalla riscossione con le cosiddette ‘cartelle pazze’ condite di spese, interessi e sanzioni, anche se ammessi da vecchie leggi sbagliate ed oramai abrogate”. Questo il pensiero dell’avvocato che si prepara a sostenere le ragioni dell’ex campione argentino davanti alla Commissione Tributaria: ”Se Maradona, nel 1988, avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale, di cui a tutt’oggi non esiste ancora prova cartacea dell’esistenza – afferma Pisani -, avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del Fisco non era legittima, coi’ come sono riusciti a dimostrare per casi analoghi, la vecchia societa’ Calcio Napoli, oltre che i compagni di squadra del Pibe de oro, Careca e Alemao”. Non solo. Pisani attacca la societa’ di riscossione Equitalia adducendo come ulteriori ragioni dell’argentino il fatto che ”nonostante le violazioni nella procedura di riscossione e nonostante la prescrizione, sia decennale che comunque quinquennale per sanzioni ed interessi, gia’ maturata dal 1999, e cioe’ prima della notifica di ulteriori avvisi di mora, Equitalia ha continuato a pretendere da Maradona oltre 38 milioni di euro senza mai specificare il perche’ voglia incassare tale somma visto che l’originaria somma richiesta dal Fisco era di 8 milioni di euro, mentre l’attuale addebito, senza alcuna specifica e trasparenza, e’ di oltre 38 milioni, dunque circa 30 milioni di euro in generici e incontrollati interessi, sanzioni, more e chissa’ quali spese”.