NAPOLI – “Apprendiamo con dolore – dichiarano univocamente Emilia Sensale e Antonino Fiorino, rispettivamente addetto stampa dell’Associazione nazionale Guardie Particolari Giurate e responsabile città di Napoli AGPG – quanto accaduto nella mattina di sabato scorso, quando una Guardia Giurata ha sorpreso tre ragazzi mentre, secondo quanto si è appreso, portavano a termine un furto e ha ferito il 16enne del gruppo, le condizioni del quale risultano ancora critiche.

Noi dell’AGPG preferiamo essere cauti e non rilasciare commenti approfonditi sull’evento poiché sono ancora in corso le indagini delle Forze dell’Ordine e soprattutto c’è un giovanissimo che lotta fra la vita e la morte e vogliamo anche noi che si faccia piena chiarezza sull’accaduto. Apprendiamo che il vigilante ha affermato di aver sparato in aria a scopo intimidatorio, ma non è stata chiarita la sua posizione mentre si sa con certezza che gli è stata sottratta la pistola d’ordinanza ed è in attesa dei riscontri”.

 

“Le Guardie Giurate, sottovalutate e spesso derise nel loro ruolo in varie occasioni, sono protagoniste di episodi di coraggio e audacia – afferma Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione nazionale Guardie Particolari Giurate – e ciò che è accaduto al vigilante e al sedicenne merita ora solo riflessione e attesa per scoprire se effettivamente si è trattato di un tragico e successivamente appurabile eccesso addirittura di zelo, alla luce della carriera di sacrifici e turni massacranti e della volontà di onorare la divisa che ci risulterebbe appartenere al collega in oggetto, oppure di un errore fatale che porterà inevitabili conseguenze. Bisogna evitare che solo a partire da questi episodi di gravità obiettiva si possa giudicare l’operato delle decine di migliaia di GPG che lavorano ininterrottamente su tutto il territorio italiano per la sicurezza delle strutture e del cittadino, con rischi annessi all’immagine e al concreto ruolo della categoria. Chiediamo – conclude Alviti – maggiore attenzione dalle istituzioni su quelli che sono i problemi tangibili dei vigilantes derivati inevitabilmente da una collocazione sociale e professionale non ancora ben definita e risalente al Regio Decreto 1931”.

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