Il terzo ministro in tre anni. Basterebbe solo questo per esprimere il profondo disagio che in questi ultimi tre anni di lotta i comitati di questo territorio si ritrovano a dover subire per la totale mancanza di prospettive, sia politiche che operative, volte alla tutela dei milioni di abitanti della Campania esposti alle gravi conseguenze del disastro ambientale perpetrato nel corso degli ultimi venti anni.

Con la venuta nella nostra terra del neo Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, infatti ci ritroviamo per l’ennesima volta a dover esprimere un malessere derivante da una condizione ambientale che nonostante leggi regionali e nazionali e decreti sbandierati in pompa magna come la panacea di tutti mali ad oggi, al netto di qualche arresto buono per qualche prima pagina di qualche giornale locale, di fatto non hanno prodotto alcun risultato apprezzabile.

I roghi di rifiuti industriali continuano a imperversare, malgrado l’introduzione del reato di combustione dei rifiuti. Lo sversamento di tali rifiuti resta fuori controllo a causa della più volte invocata, ma mai presa nella dovuta considerazione, opera di prevenzione intervenendo alla fonte della produzione di questi rifiuti come le centinaia di fabbriche sommerse sparse su tutto il territorio.

Nonostante gli sforzi per lo più apparenti, persistono vuoti legislativi, corruzione, criminalità e irresponsabilità delle istituzioni che sono vera e propria fucina di danni potenzialmente irreversibili per il territorio e per la cittadinanza.

Insomma una condizione che per questo territorio resta critica sotto svariati profili, da quello ambientale a quello sanitario, fino ad arrivare a quello agro-economico che a questo punto lei eredita insieme a suoi colleghi coinvolti per competenze e responsabilità.

La stessa condizioni che oggi ci porta, come fatto anche coi suoi predecessori, a chiedere al ministro Galletti, che vengano accelerate quelle procedure riguardanti il perfezionamento della legge sui reati ambientali secondo quanto suggerito dai Procuratori Generali di Napoli, Napoli Nord, Santa Maria C.V. e dal Procuratore Nazionale Antimafia.

Chiediamo di migliorare e completare le norme in materia ambientale contenute nel D.lgs. 152/2006, che si sono rivelate totalmente confuse, contradditorie e dannose per l’attività degli agricoltori coinvolti spesso in maniera incolpevole nel ciclone della vicenda dei terreni contaminati.

Ma soprattutto, visti anche i recenti scandali che hanno colpito l’impero Finmeccanica, chiediamo di dare una scossa decisa alla macchina della tracciabilità dei rifiuti, di quel famigerato SISTRI che se veramente attivato negli anni passati avrebbe potuto porre un reale argine ai traffici veleni industriali che hanno avvelenato questo territorio.

Tutto questo senza dimenticare che occorre mettere in campo tutte le forze necessarie a scongiurare l’annunciata apertura di due nuove discariche nei comuni di Napoli, nel quartiere Chiaiano, e di Giugliano, quest’ultimo indicato anche come recapito di un nuovo inceneritore. Manovre che potrebbero rappresentare la vera e propria pietra tombale di territori che hanno pagato e continuano a pagare caro le conseguenze di anni di malaffare, mala politica e criminalità.

Questo popolo è pronto a tornare in piazza e a ripetere il 16 novembre ogni giorno se necessario. Quello che chiediamo è impegnarci insieme affinchè non ce ne sia bisogno.

Coordinamento Comitato Fuochi

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