L’ Arpac, l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, ha concesso all’ Università degli Studi di Napoli Parthenope, in comodato d’uso gratuito, l’utilizzo di un laboratorio mobile per lo svolgimento di attività di interesse comune per la individuazione di anomalie connesse a criticità o illeciti ambientali tramite l’applicazione di un modello operativo di “monitoraggio ambientale gerarchico”. La decisione rientra nell’ambito delle indicazioni previste dal protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della Provincia di Caserta. Si tratta di tecniche avanzate di monitoraggio e di rilievi in sito e aerei anche tramite l’utilizzo di droni allestiti con sensori avanzati messi a disposizione dalla linea di ricerca di Ingegneria Sanitaria Ambientale dell’Università agli Studi di Napoli Parthenope. Il modello operativo di monitoraggio permette, partendo da uno screening su vasta scala, di orientare con maggior efficacia i successivi approfondimenti sui siti. L’Arpac ha ritenuto utile aderire al modello operativo, soprattutto in presenza di estensioni territoriali non definite a priori, per i cui approfondimenti sarebbe richiesto un consistente dispendio di uomini e di mezzi, e per la grande utilità che può rappresentare a supporto dell’Autorità Giudiziaria. “L’accordo tra l’Arpac e l’Università Parthenope – sottolinea l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano – conferma la piena collaborazione tra le varie Istituzioni impegnate nel difficile compito di ridare dignità ad un territorio, come quello della Provincia di Caserta, deturpato e mortificato da anni di incuria e di disattenzione. “La Giunta Caldoro sta facendo la propria parte con tante iniziative rivolte al risanamento delle aree critiche non solo di Terra di Lavoro ma di tutto il territorio regionale. Noi continueremo su questo fronte utilizzando le professionalità e le conoscenze di strutture altamente specializzate come l’Università Parthenope che potranno certamente dare un contributo determinante alla nostra azione”, conclude Romano.