L’esame degli ultimi documenti acquisiti sabato scorso nel municipio di Procida e nelle abitazioni degli ultimi due sindaci del comune isolano, e poi la probabile fissazione di nuovi interrogatori investigativi, in primo luogo del dirigente della coop che in carcere ha cominciato a svelare il presunto sistema corruttivo alla base dell’aggiudicazione degli appalti. E’ il programma del pool di magistrati – il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e i pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto – che stanno conducendo l’inchiesta sugli appalti della Cpl Concordia. Per ora l’attenzione degli inquirenti è concentrata sui lavori per la metanizzazione nell’isola di Procida alla luce della rivelazioni fatte, durante l’interrogatorio nel carcere di Poggioreale, da Francesco Simone, responsabile delle relazioni esterne della coop. Dichiarazioni che hanno portato all’emissione di avvisi di garanzia per concorso in corruzione nei confronti dell’ex sindaco e ex deputato di An Luigi Muro, nonché di Roberto Casari e Nicola Verrini, rispettivamente ex presidente e ex responsabile di area della coop, gli ultimi due già destinatari di ordinanze di custodia eseguite nei giorni scorsi nell’ambito delle stessa inchiesta. Una volta ultimato l’esame dei documenti sequestrati al Comune e nelle abitazioni di Muro e dell’attuale sindaco Vincenzo Capezzuto (non indagato), i magistrati, con molta probabilità, interrogheranno di nuovo Simone, anche su diversi altri appalti affidati alla Cpl e quindi su altri presunti casi di corruzione di politici e amministratori, dal momento che Simone ha parlato del sistema corruttivo come di un ”protocollo ben collaudato”.

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