Questa mattina i carabinieri hanno eseguito sei misure cautelari, quattro persone agli arresti domiciliari e due sottoposte ad obbligo di presentazione ed un sequestro di beni e conti correnti di 2 milioni e 643mila euro nell’ambito dell’inchiesta sui Molini Campani. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, in concorso fra loro e con altri 12 indagati in stato di libertà, dei reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e di furto aggravato. Il provvedimento cautelare scaturisce da un’articolata indagine, iniziata nel settembre 2015 dalla Stazione Carabinieri di Teverola e condotta anche con attività tecniche, che ha permesso di raccogliere un grave quadro indiziario da cui è emerso che l’Amministratore delegato della “MOLINI CAMPANI s.p.a.” (società in regime di “concordato preventivo” dal 2014 perché coinvolta nel Crac finanziario del “GRUPPO ALlMONTf’), in concorso con gli altri soggetti indagati, abbia realizzato reiterate condotte fraudolente finalizzate a distrarre i beni aziendali conservati all’interno della sede operativa di Teverola (impianti, macchinari, attrezzature industriali e commerciali per un valore di mercato pari a euro 2.643.449,00). In particolare, con atti consistiti nella simulazione dello svolgimento di lavori di manutenzione e sorveglianza sui beni presenti all’interno dello stabilimento di Teverola, sono stati costruiti illecitamente i presupposti giuridici per consentire e giustificare l’accesso alla struttura da parte di altra impresa, facente capo ad uno degli indagati, fittiziamente incaricata della manutenzione. In tale frangente, attraverso una meticolosa organizzazione logistica, i beni ed i macchinari, secondo l’ipotesi accusatoria, venivano in realtà distratti dal patrimonio sottoposto a concordato preventivo, mediante la loro materiale sottrazione, trasporto (utilizzando fatture e bollette doganali false) presso i terminali portuali di Napoli e Salerno e trasferimento all’estero, principalmente in Egitto, inducendo in errore l’Autorità doganale – grazie a tali artifici documentali – circa l’effettiva titolarità degli stessi beni, immettendoli pertanto in un circuito internazionale di non agevole tracciabilità. Nel corso delle indagini è stata acquisita copiosa documentazione probatoria a sostegno del quadro accusatorio ed è stato sottoposto a sequestro preventivo lo stabilimento della Società “MOLINI CAMPANI s.p.a.” s Teverola.


 

 

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