Sciopero nello sconforto e nel dolore, stamani, dei lavoratori dei cantieri Benetti di Livorno, nel cui bacino ieri si è verificato l’incidente alla nave ‘Urania’, inclinatasi improvvisamente e a bordo della quale è morto un marittimo, Gabriele Petrone, 39 anni, di Mugnano (Napoli), mentre un’altra decina di suoi colleghi sono rimasti feriti. Alla protesta hanno partecipato i 700 lavoratori dei cantieri e delle ditte dell’indotto.
“E’ inaccettabile andare via da casa e non tornarci perchè sei morto sul lavoro”, ha detto Maurizio Strazzullo della Cgil di Livorno confidando che “la magistratura accerti il prima possibile le responsabilità, anche per chi dovrà continuare a lavorare”. Lo scafo aveva subito delle modifiche di allungamento di alcuni metri ed i lavori, condotti da un’altra ditta che aveva chiesto ai cantieri Benetti l’uso del bacino, si erano conclusi: si è era dunque alle ultime fasi prima del varo. “Lo sciopero di oggi ha spiegato Mirko Lami della Cgil Toscana era necessario perchè non possiamo pensare di essere macchine, ma uomini. Ora alla magistratura e alla Asl aggiunge spetta un compito complicato e importantissimo: quanto accaduto è di una dinamica molto complessa”.