NAPOLI – Non è una novità che ormai da tempo l’Italia sia famosa nel mondo per essere il Paese di Pulcinella più che di santi, poeti e navigatori. A coprirci di ridicolo contribuisce, tra le altre cose, un sistema scolastico che fa acqua da tutte le parti. Da anni la scuola sembra come una trottola impazzita. Tra riforme e controriforme, con ministri che e vanno e ministri che vengono, il settore della pubblica istruzione è una barca in balia delle onde. Leggi, decreti, direttive ministeriali si susseguono con la rapidità di una girandola da capogiro.
Il risultato? Per studenti e docenti precari le cose vanno di male in peggio. Non a caso anche quest’anno le modalità di accesso all’insegnamento nelle scuole di infanzia e in quelle primarie hanno scatenato una ridda di polemiche. In questi giorni il Miur attiverà, dopo aver accettato le richieste di iscrizione, i cosiddetti Pas e i corsi di sostegno rivolti a tutti i docenti abilitati. I Pas sono percorsi di formazione per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, rivolti ai docenti della scuola con contratto a tempo determinato che hanno prestato servizio per almeno tre anni nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie.
Essendo rivolti a tutti gli abilitati, i corsi di sostegno sono aperti anche ai diplomati magistrali che hanno ottenuto l’abilitazione attraverso concorsi (quindi inseriti nelle graduatoria ad esaurimento) o percorsi speciali (i Pas). Secondo i laureati in Scienze della formazione primaria, queste modalità di accesso alla professione sminuiscono fortemente il percorso universitario, istituito con decreto ministeriale nel ’98, che abilita i laureati all’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e primaria e alle attività didattiche di sostegno. Infatti il corso di sostegno, che dal 1998 è aperto unicamente ai laureati in formazione primaria, stato aperto tout court ai diplomati.
Ma non solo. Un altro effetto è che in un solo anno sarà possibile abilitarsi all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria, mentre fino ad ora per conseguire l’abilitazione era indispensabile conseguire la laurea magistrale specifica. Insomma, questi provvedimenti trasformano la laurea in un optional. E come se non bastasse, per i laureati in Scienze della formazione (immatricolati negli anni 2008/2009/2010) oltre al danno c’è anche la beffa: nonostante la laurea e l’abilitazione sono esclusi ingiustamente dalle graduatorie a esaurimento.
Per opporsi a queste misure gli studenti e i laureati in Scienze della formazione primaria sono scesi sul piede di guerra “perché – dicono – è inaccettabile che un corso post laurea sia seguito da diplomati, minando così la professionalità e validità di un titolo accademico. Con ovvie ripercussioni e ricadute sulle persone più indifese: bambini diversamente abili”. Un’altra conferma che i vari pacchetti scuola, approvati finora, sono solo dei “paccotti”. Per gli insegnanti e gli alunni.
Mario De Michele