NAPOLI – Arresti domiciliari nella sua abitazione romana con l’applicazione del braccialetto elettronico per Valter Lavitola. Lo ha disposto il gip del Tribunale di Napoli Francesco Cananzi, che ha accolto la richiesta dell’avv. Gaetano Balice in riferimento al procedimento per l’uso dei fondi per l’editoria. Ma Lavitola non lascia il carcere in quanto detenuto per un’altra vicenda, la presunta tentata estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, per la quale è stato già condannato in primo grado.
“Il provvedimento – spiega l’avvocato Balice – è stato emesso alla conclusione di un complesso iter procedimentale che ha richiesto l’interrogatorio del Lavitola sui profili cautelari e un serrato confronto tra difesa e Procura che si e ‘ pronunciata due volte contro la concessione dei domiciliari”. “Finalmente uno spiraglio di luce – afferma il penalista – in una vicenda giudiziaria senza precedenti (cinque misure cautelari in 18 mesi), che vede Lavitola detenuto dal 16 aprile 2012. Cominciano a vedersi i riscontri al leale percorso giurisdizionale assunto (patteggiamento per la vicenda “Avanti” e rito abbreviato per il tentativo di estorsione in danno di Silvio Berlusconi) da Lavitola rientrato in Italia per affrontare i giudizi e cominciare una nuova vita. Si confida che presto ottenga la scarcerazione anche per il processo giudicato con rito abbreviato per cui resta in carcere”.