Se si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito il 3 maggio scorso poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli e morto dopo 53 giorni in ospedale. Lo ha accertato il medico legale Costantino Ciallella nel quadro di esami svolti per fornire agli inquirenti dati certi sulla situazione clinica delle persone rimaste coinvolte nella sparatoria. Il proiettile che colpì Esposito, sono le conclusioni del medico legale consegnate ai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, dopo essersi conficcato in un polmone provocò una lesione della colonna vertebrale. Circostanza che avrebbe potuto provocare una paralisi. La morte del tifoso azzurro, spiega Ciallella, è scaturita dalle complicanze e dagli esiti infettivi derivati dal ferimento. Conseguenze permanenti al piede sinistro ci saranno per Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista accusato di aver fatto fuoco sui napoletani. Il medico legale afferma che la prognosi nei confronti di “Gastone” è tuttora in corso. Riscontrate sull’ex ultrà giallorosso una cicatrice sulla fronte, forse scaturita da un colpo con il calcio della pistola che gli sarebbe stata sottratta da uno dei napoletani. Per gli altri due tifosi azzurri rimasti feriti, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, Ciallella sostiene che hanno riportato feriti guaribili rispettivamente in 58 e 10 giorni. L’inchiesta giudiziaria è ora alle battute finali: a breve ci sarà la notifica degli avvisi di chiusura a De Santis, accusato di omicidio, e dei due napoletani rimasti feriti.


 

 

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