”Si è spento stamane all’ Ospedale Cardarelli di Napoli il giovane Ivan Grimaldi affetto da tetraplegia flaccida abitante nella Vela gialla di Scampia”. Ne danno notizia i Verdi di Napoli che con la consigliera Teresa Caiazzo ”hanno seguito da anni le vicende del ragazzo e della sua famiglia e che avevano chiesto l’assegnazione di un alloggio di proprietà del comune vista la grave emergenza sanitaria e sociale in cui si trovava”.

“Ivan ­ racconta la consigliera Caiazzo ­ era un ragazzo buono e generoso nonostante la vita fosse stata crudele con lui. Non portava rancore per nessuno e guardava con speranza al futuro. Dal 2011 mi sono battuta con la burocrazia e la mala politica di Palazzo San Giacomo per fargli assegnare un alloggio decente visto che quello occupato abusivamente dove si trovava era fatiscente, umido, privo di riscaldamento, senza ascensore e ricco di barriere architettoniche. Secondo una relazione del Dott. Rosario Savino che allegai agli atti presentati al comune il ragazzo era impossibilitato a muoversi a causa di una paralisi flaccida grave e non poteva svolgere alcuna attività motoria se non pochi movimenti della testa. A peggiorare la sua situazione erano dunque state le condizioni igienico abitative inaccettabili del sito dove alloggiava (documentate dalle foto) che avevano provocato a Ivan bronco­pneumopatie ricorrenti e racidivanti e dolori muscolari ed articolari. Ivan è morto tra tanta sofferenza, isolato e nel disinteresse dell’amministrazione allertata diverse volte dal 2011 ad oggi. Mi batterò con tutte le mie forze affinchè i responsabili politici e amministrativi di questa vicenda paghino per averlo abbandonato in questo modo”. “Su questa vicenda ­ aggiunge il consigliere regionale del Sole che Ride Francesco Emilio Borrelli ­ ho chiesto una commissione di inchiesta regionale interna al Cardarelli avendo saputo che la famiglia del ragazzo assieme a Patrizia Bevar ,presidente dell’associazione aiutaci a vivere che si è sempre interessata di Ivan, ha sporto regolare denuncia. Infatti il giovane ricoverato nell’ospedale da circa un mese non è stato messo in terapia intensiva ed è rimasto nel reparto della prima medicina per una infezione polmonare quasi certamente contratta nell’ambiente malsano dove era stato recluso. Aspettiamo adesso anche gli esiti dell’autopsia. A 20 anni non si può morire in questo modo. Se del personale medico ha sbagliato o ha sottovalutato la situazione o peggio ancora l’ha lasciato morire ne dovrà rispondere nelle sedi giudiziarie opportune”.

 

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