Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha riferito ai pm della Procura di Roma Giorgio Orano e Corrado Fasanelli che, nello scorso luglio, subito dopo il suo insediamento nell’ufficio di Presidente della Giunta Regionale, a Napoli, furono trovati, “nella presa di un interruttore, presunti apparecchi di captazione che sono stati consegnati alla Procura di Napoli”. La microspia – secondo quanto riferiscono stamani i quotidiani “la Repubblica” e “Il Mattino” – fu scoperta durante “una normale ristrutturazione dei locali”. De Luca ha riferito la circostanza ai pm il 10 marzo scorso, quando è stato ascoltato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto tentativo dell’avvocato Guglielmo Manna di ottenere una nomina nella sanità utilizzando le funzioni svolte dalla moglie dello stesso Manna, Anna Scognamiglio, componente del collegio che accolse il ricorso di De Luca contro la sua sospensione in base alla legge Severino. Nell’inchiesta, la Procura ha proceduto di recente alla chiusura delle indagini nei riguardi di sei indagati (l’ex capo della segreteria di De Luca, Nello Matursi; l’avv. Manna; il giudice Scognamiglio; i presunti intermediari Giorgio Poziello, Gianfranco Brancaccio e Giuseppe Vetrano) per l’ipotesi di reato di induzione indebita a promettere utilità. Nell’elenco non compare il nome di De Luca, la cui posizione è stata stralciata e per il quale si profila l’archiviazione. Nell’interrogatorio – riferiscono i quotidiani – De Luca ha ricostruito le procedure per le nomine nella sanità e ha detto ai pm di non aver mai sentito neanche il nome di Guglielmo Manna prima di conoscere dell’esistenza dell’indagine della Procura di Roma e di non conoscere né Poziello, né Brancaccio, né il giudice Scognamiglio.

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