Trenta anni di carcere per Vincenzo Carnevale per l’omicidio, commesso tre anni, della moglie Giuseppina Di Fraia a Pianura (le diede a fuoco). E’ questa la sentenza che chiude il processo in appello. Il dispositivo è stato letto in aula poco fa. In primo grado l’imputato era stato condannato all’ergastolo, nel processo d’appello la sentenza è stata riformata tenendo conto del rito abbreviato scelto per il processo, di un diverso calcolo dei termini per l’isolamento diurno e dell’esclusione dell’aggravante del mezzo insidioso. Per il resto le altre aggravanti contestate per la brutalità del delitto sono state confermate come il risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile. In aula era presente la figlia maggiorenne della coppia che in una delle prime udienze di questo processo fu anche minacciata dal padre. In occasione della sentenza della Corte d’Assise d’Appello era presente in aula anche una delegazione composta dall’assessore ai Giovani e Politiche giovanili, Alessandra Clemente, dalla consigliera alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, Simonetta Marino, dalle associazioni che combattono il maltrattamento sulle donne, dalle istituzioni cittadine che costituiscono la “Rete Antiviolenza”.