Innalzate le misure di sicurezza per il procuratore capo della Procura di Napoli Giovanni Colangelo. Il magistrato, secondo quanto riporta il Mattino è finito nel mirino di alcuni esponenti della criminalità organizzata partenopea. Un quadro inquietante emerso dal racconto di un testimone, un dichiarante, ascoltato dai pubblici ministeri di Bari. Del caso si sarebbe anche discusso nel corso dell’ultimo comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica svolto a Napoli alla presenza di ben tre ministri: Alfano, Orlando e Giannini. Il mondo politico si è subito stretto al magistrato. Rosy Bindi, presidente dell’antimafia ha dichiarato: “La mia solidarietà e affettuosa vicinanza al procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo. Sono certa che non verrà meno il suo impegno nella lotta ai poteri criminali e il rigore e la grande professionalità con cui persegue il rispetto della legalità in un territorio tra più difficili e violenti”. Sulla stessa linea la senatrice Capacchione: “Voglio esprimere la mia più totale solidarietà al procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo, fatto oggetto, come riportato oggi da alcuni quotidiani, di pericolosissime minacce da parte della camorra. Quello che mi preme sottolineare è che a mia memoria la camorra mai era arrivata a minacciare così precisamente e da vicino il procuratore del capoluogo campano. Lo dico con grande preoccupazione ma anche con la consapevolezza che evidentemente l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine sta dando i suoi frutti e che la criminalità organizzata a Napoli e in Campania si sente minacciata dalla qualità dell’impegno della procura”.

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