Disabile e con un grave ritardo mentale, lascia la casa per qualche settimana in attesa dell’arrivo di una dama da compagnia, ed ignoti occupano l’appartamento popolare rubandole mobili, oggetti, e ”ricordi”. É accaduto a Napoli, nel quartiere Soccavo, ad una 52enne del posto, Carla Frosolone, che viveva in un appartamento popolare e che tutto d’un tratto s’è vista portare via la casa, i mobili, le foto, i ricordi di una vita, da sconosciuti che durante la notte hanno scassinato la serratura e si sono letteralmente impossessati del suo appartamento approfittando dell’assenza forzata della donna. Ed ora il fratello Antonio chiede al sindaco Luigi de Magistris di ”dimostrare che il ripristino della legalità non “è un semplice slogan elettorale ma un punto di partenza per una Napoli migliore, per una città più vivibile, rubare i diritti come la libertà e la casa agli ultimi non è contemplato nella nostra idea di comunità”. Antonio, che è il tutore di Carla, racconta che la donna viveva nella casa sottratta insieme con la madre, morta ad agosto scorso. ”Fino al 22 gennaio mia sorella, che soffre di epilessia ed ha un ritardo mentale – ha spiegato – ha continuato a vivere lì con l’ex badante di mia madre. Ma la donna è dovuta partire per motivi professionali, ed io ho portato mia sorella a casa mia, promettendole che poi sarebbe tornata a Soccavo non appena avessi trovato una dama di compagnia, qualche persona disposta a stare con lei, ad accudirla in mia assenza. Ma ogni giorno andavamo a casa sua per pulire un po’, dar da mangiare ai pesciolini, prelevare eventuale posta, anche perché Carla voleva tornarci, ed ogni volta, per circa tre settimane, sono stato avvicinato da persone che volevano l’appartamento, incuranti del fatto che la casa è di proprietà del comune, cosa che ho fatto presente. Ho ricevuto anche minacce e offerte di denaro, fino all’occupazione avvenuta tra sabato e domenica, quando sconosciuti si sono impossessati di tutto: appartamento, arredi, effetti personali, foto di famiglia. Tutto”. L’uomo ha presentato regolare denuncia ai carabinieri, ed ha scritto una lunga lettera al sindaco di Napoli segnalando l’accaduto, ma soprattutto chiedendo al primo cittadino di fare qualcosa per il quartiere.