Sfuggono all’arresto ma vengono sorpresi, bloccati e denunciati dalla Polizia il giorno dopo nell’aula del Tribunale dove si erano recati per assistere al processo per direttissima del complice finito in manette con l’accusa di avere tentato di rubare una Fiat 500. L’episodio è nel Palazzo di Giustizia di Napoli: protagonisti della vicenda sono tre ladri che nella tarda serata di ieri hanno tentato di rubare una vettura. Mentre cercavano di mettere a segno il colpo, però, sono stati notati dai poliziotti. Ne è nato un inseguimento: uno dei tre è finito in manette mentre gli altri due sono riusciti a fuggire. Il giorno dopo, in Tribunale, gli agenti notano nell’aula dove si stava per celebrare il processo due persone molto somiglianti ai ladri che, la sera prima, erano riusciti a far perdere le tracce, fuggendo a bordo di una vettura. I poliziotti si avvicinano ai due e cominciano a rivolgere loro alcune domande “a trabocchetto”. Uno, alla fine, si tradisce: “non eravamo noi quei due che sono fuggiti in auto”. Un particolare che i poliziotti non avevano fatto trapelare durante la conversazione. Entrambi sono stati bloccati e denunciati per lo stesso reato di cui, alla fine, è stato riconosciuto colpevole il “collega”, condannato dal giudice a un anno di reclusione con pena sospesa e obbligo di firma.