TORRE DEL GRECO – Sono considerati il mandante e l’esecutore dell’omicidio di Gaetano Di Gioia e del tentato omicidio del figlio di quest’ultimo, Isidoro, maturato a Torre del Greco (Napoli) nell’ambito della scissione del clan Falanga-Di Gioia il 31 maggio 2009.

Per questo motivo i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione nelle carceri di Sulmona (L’Aquila) e Roma-Rebibbia a due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Ciro Grieco (49 anni) e Francesco Paolo Raiola (39), entrambi già detenuti per altri reati e accusati di concorso in omicidio e tentato omicidio con l’aggravante delle finalità mafiose. Secondo quanto ricostruito dall’indagine, anche sulla base delle dichiarazioni rese da ben otto collaboratori di giustizia, Gaetano Di Gioia, da poco rientrato a Torre del Greco ”dopo un periodo di lunga detenzione – come spiega in una nota il procuratore aggiunto di Napoli, Giovanni Melillo – aveva ripreso le redini del clan, affidando al figlio Isidoro la gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti, ma lasciando insoddisfatta una parte dei suoi affiliati, soprattutto quelli che si trovavano ancora in carcere. Inoltre – spiega ancora Melillo – avocando a se anche i proventi delle estorsioni e volendo gestire in prima persona tutte le liquidità, aveva di fatto esautorato coloro i quali, in sua assenza, ne avevano preso il posto”. Per questo – secondo gli inquirenti – sarebbe nata l’azione omicida compiuta in una piovosa domenica di fine maggio del 2009 nella zona centrale di piazza Santa Croce. Un omicidio che di fatto sanciva anche la nascita del gruppo criminale chiamato ”Scissionisti del clan Falanga-Di Gioia”.

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