Non appena Giandomenico Lepore lascio’ Palazzo di Giustizia qualcuno tra i magistrati disse: “La procura non sara’ piu’ la stessa”. Parole profetiche e non tanto per l’arrivo oramai imminente del nuovo capo dei pm Giovanni Colangelo, s’insediera’ il 13 giugno, ma per una serie di nomine
che toccano posti delicati quanto importanti del grattacielo del centro direzionale. Partiamo da Sandro Pennasilico, procuratore aggiunto, reggente durante la vacatio e quindi da dicembre, coordinatore di una delle tre sezioni della Direzione distrettuale antimafia. Il Csm sta valutando la sua domanda al vertice dell’ufficio inquirente di Torre Annunziata lasciato libero da Diego Marmo ora in pensione. La sua nomina potrebbe arrivare entro l’estate. C’e’ poi un altro nome di peso che, seppur non nell’immediato, potrebbe lasciare la Dda partenopea. Federico Cafiero De Raho, procuratore aggiunto e nemico assoluto del clan dei Casalesi visto che il suo lavoro ha consentito di decapitare i vertici della temibile organizzazione del casertano: ha presentato domanda per Reggio Calabria. E’ tra i magistrati piu’ accreditati e piu’ stimati per sostituire Giuseppe Pignatone. Nei corridoi del Csm nessuno fa mistero delle doti investigative, umane e professionali di Cafiero che pero’ dovra’ vedersela con Paolo Giordano, in forza alla Dda di Catania e Caltanissetta, con esperienza anche nella Procura nazionale antimafia. Se non dovesse riuscire, Cafiero potrebbe sempre pensare a Santa Maria Capua Vetere qualora l’attuale procuratore Lembo dovesse scegliere un’altra destinazione. A Palazzo dei Marescialli a breve si affrontera’ anche il caso “Avellino”. La giustizia amministrativa ha infatti dato ragione a Rosario Cantelmo e Antonio Guerriero che avevano opposto ricorso contro la nomina a procuratore capo di Angelo Di Popolo. Cantelmo, magistrato della tangentopoli napoletana che oggi da procuratore aggiunto guida una delle tre sezioni dell’Antimafia di Napoli sembrerebbe essere il nome giusto per quell’incarico. Qualcuno fa notare che Antonio Guerriero pero’ e’ gia’ a capo di una procura (Sant’Angelo dei Lombardi ndr), ma da contraltare pesano le riflessioni di chi evidenzia che si tratta di un piccolo ufficio giudiziario rispetto alle mansioni tutt’oggi svolte da Cantelmo e ai suoi risultati investigativi. Tre posti di vertice, tre posti da procuratori aggiunti che si libereranno a Napoli nel giro di poco tempo e che diventano quattro se aggiungiamo quello gia’ reso vacante da Aldo De Chiara, ex capo del pool ambiente ora promosso avvocato generale a Salerno. Un posto da vice capo in procura e’ gia’ pronto per essere occupato da Raffaele Cantone o da Alfonso D’Avino che sono in lizza da tempo e che, a questo punto, potrebbero, chi prima chi dopo, ottenere lo stesso risultato. La rivoluzione a Palazzo di Giustizia e’ quindi in corso. Comunque andranno le cose il nuovo capo Giovanni Colangelo dovra’ optare per una riorganizzazione dell’ufficio, forse di tutta l’Antimafia viste le possibili quanto probabili partenze dei tre coordinatori. Non si esclude affatto che il neo procuratore seguira’ l’esempio di Giandomenico Lepore tenendo per se la delega e affidando le diverse ‘zone’ territoriali agli aggiunti.